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Il Milite Ignoto: quando la memoria non chiede il permesso

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 3 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 4 nov


C’è un momento dell’anno in cui l’Italia si guarda allo specchio e, per un attimo, ricorda di avere una faccia. Succede il 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Una ricorrenza che oggi, nel trionfo dell’amnesia collettiva, suona quasi come una provocazione.



A Sumirago, martedì sera, due consiglieri comunali — Carlo Alberto Garzonio e Stefano Romano — si ritroveranno per parlare di un simbolo che abbiamo smesso di capire: il Milite Ignoto.

Ignoto, sì. Perché non serve sapere chi fosse, per sapere cosa rappresenta.


Dietro quella tomba al Vittoriano non c’è solo un soldato senza nome: c’è un’idea di patria che oggi verrebbe bollata come “retrò”. Eppure, fu quell’idea a tenere insieme un Paese fatto di dialetti, contrade e campanili, in un tempo in cui non c’erano hashtag ma trincee.


Il Milite Ignoto non ha bisogno di un like. È lì, immobile, a ricordarci che la libertà non nasce da un post indignato, ma dal sacrificio di chi ha creduto in qualcosa di più grande del proprio ego. Non è nostalgia, è riconoscenza.

E forse proprio per questo dà fastidio: perché ci costringe a chiederci cosa saremmo disposti a dare noi, oggi, per un ideale comune.


La serata di Sumirago sarà una di quelle occasioni in cui si parla poco di retorica e molto di senso. Perché il patriottismo — parola che molti pronunciano solo sussurrando — non è monopolio di nessuno. È un gesto di rispetto verso chi è venuto prima, e un atto di responsabilità verso chi verrà dopo.


Nel rumore delle polemiche e delle celebrazioni di plastica, il Milite Ignoto resta lì, silenzioso e scomodo, come tutte le verità che non passano mai di moda.


📍 Appuntamento: martedì 4 novembre, ore 20.30, presso la Sala Stemmi del Comune di Sumirago. Un incontro aperto a tutti, organizzato dall’Associazione Alterego, per chi non ha paura di pronunciare la parola “Patria” ad alta voce.

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