FERNO, FURTI E FANTASMI: IL RITORNO DELLA REALTÀ NEL PAESE DOVE NON SUCCEDE MAI NIENTE (FINCHÉ NON TI ENTRANO IN CASA)
- ventisette.info

- 30 set
- Tempo di lettura: 2 min
C’è chi dice che l’Italia sia un Paese dove non accade mai nulla. Una penisola sonnacchiosa, dove si vive di caffè, chiacchiere e buoni sentimenti. Poi però ci si sveglia una mattina a Ferno, nella tranquilla provincia varesotta, e si scopre che i ladri non dormono mai. Non fanno la pennichella, non prendono ferie. Agiscono. E, spesso, agiscono con un GPS puntato in zona stazione.

Perché diciamocelo: il binario non porta solo pendolari e studenti. La cronaca ci racconta che c’è tutto un traffico parallelo — non di treni, ma di “presenze poco raccomandabili” — che elegge le stazioni a base operativa. Un po’ come i parcheggi delle grandi città: anonimi, comodi e perfetti per sparire quando serve.
Il sindaco c’è. Anche se non lo troverete a sventolare bandiere.
Sarah Foti, primo cittadino di Ferno, ha deciso di non fare passerelle. Il che, in un Paese dove ogni tombino inaugurato viene benedetto con tre fotografi e un buffet, è quasi un gesto rivoluzionario. Non urla, non sbraita, non fa proclami. Ma potenzia i controlli, aumenta le ore di servizio degli agenti locali, si confronta con il prefetto e la questura, parla di sicurezza come di una cosa seria. Non una parola di troppo. E quando arriva la stoccata — “le notizie si danno quando sono reali” — beh, qualcuno dall’altra parte avrà sicuramente sentito il colpo.
Foti sa bene che la sicurezza non si vende con gli slogan, e soprattutto che la stazione non è solo un nodo ferroviario: è una porta d’ingresso. E da certe porte, purtroppo, entrano anche quelli che non dovrebbero.
Controllo di Vicinato: i cittadini fanno la loro parte
In un mondo dove si grida al fascismo se ti permetti di chiedere che il tuo quartiere resti vivibile dopo le 18, a Ferno c’è ancora gente che si alza, guarda fuori dalla finestra e tiene d’occhio il territorio. I gruppi del Controllo di Vicinato — quelli veri, non le fiction su Netflix — hanno segnalato, collaborato, aiutato. Roba che fa venire l’orticaria a chi crede che la sicurezza sia una forma di micro-aggressione.
Caserma sì, caserma no? Intanto si lavora. In silenzio.
In molti hanno chiesto una caserma dei carabinieri. Una richiesta che, per certi ambienti, suona come una bestemmia da bar sport. Ma anche qui, il sindaco non sbraita, dialoga con il prefetto, che — udite udite — non sembra scandalizzato da questa “folle” idea che in un paese civile ci sia presenza dello Stato anche in divisa, non solo in modulistica.
Conclusione (amara, ma necessaria)
Ferno oggi è uno specchio — piccolo, ma lucidissimo — del dibattito nazionale. Da una parte c’è chi dice “tutto va bene, basta non essere razzisti”; dall’altra c’è chi, senza slogan né allarmismi, pretende decoro, presenza e sicurezza. E magari anche che chi vive onestamente non debba mettersi le sbarre alle finestre come fosse in lockdown permanente.
Il punto, come sempre, è decidere da che parte stare.




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