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CAVARIA CON PREMEZZO: IL PAESE DEI BALOCCHI… DISCOUNT

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 14 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Che aria tira a Cavaria con Premezzo? Una brezza leggera, che profuma di scaffali in offerta e carrelli cromati. Eh sì, perché mentre il mondo discute di futuro, sostenibilità e rigenerazione urbana, qui si costruiscono supermercati. Ancora. E ancora. E ancora.


CAVARIA CON PREMEZZO: IL PAESE DEI BALOCCHI… DISCOUNT

L’ultimo della serie — almeno fino alla prossima settimana — dovrebbe essere una nuova sede Lidl, che sorgerà lungo la gloriosa Varesina, proprio davanti a quel Famila che ha già ridisegnato la geografia dell’offerta commerciale locale nel 2022. Un’area di 8.500 metri quadrati, di cui solo 2.100 verranno "sacrificati" alla grande distribuzione. Il resto? Parcheggi, naturalmente. Perché in fondo, a Cavaria, ci si preoccupa del traffico.


E il traffico sarà ordinato, parola del Comune. Entrata da via Morazzone, uscita dei camion da via Ronchetti. Tutto perfettamente incasellato. Una logistica da far impallidire Amazon. D’altronde, un Paese serio non si misura più sulle scuole o sugli ospedali, ma sulla precisione con cui i TIR fanno manovra tra le vie secondarie.


Tutti pazzi per lo scaffale

Ma la vera domanda è: quanti supermercati servono a un Comune? No, seriamente. Perché se è vero che il mercato si autoregola, è anche vero che qui più che autoregolarsi sembra auto-sovrapporsi. Dopo il Famila, il Penny Market (sorto dove c’era il Tigros, perché in fondo basta cambiare l’insegna), e ora Lidl. A quando un Aldi con vista sul Eurospin?


Si parla di concorrenza, certo. Ma a volte il sospetto è che più che una battaglia per il consumatore, sia una gara a chi riesce a piazzare più capannoni prima che qualcuno si accorga che in paese i clienti sono meno dei volantini.


Certo, il sindaco Franco Zeni parla di un progetto “che parte da lontano”. E siamo certi che sia così. Talmente lontano che nessuno ha avuto il tempo (o il coraggio?) di mettersi in mezzo. Così ci ritroviamo con un Comune che ormai ha più catene tedesche che gelaterie artigianali. Un destino europeo, in fondo.


Il business dell’asfalto

Ora, nessuno qui demonizza il libero mercato. Anzi. Che ben venga chi investe, chi costruisce, chi porta lavoro. Ma a un certo punto, forse, bisognerebbe chiedersi che visione hanno i nostri amministratori. Davvero pensiamo che il futuro di un Comune passi per il moltiplicarsi di insegne al neon e parcheggi a lisca di pesce?


Perché va bene che un supermercato dà lavoro. Ma dà anche un messaggio. E quando il messaggio diventa “qui non sappiamo immaginare niente di meglio di un altro discount”, allora forse serve una pausa di riflessione. Non tanto per fermare Lidl, quanto per capire se c’è ancora un’idea di paese, oppure solo una planimetria su cui tirare linee dritte e contare i metri quadri edificabili.

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