Benessere, dignità e realtà: quando il territorio decide di esserci davvero
- ventisette.info

- 18 nov
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CAVARIA con PREMEZZO - C’è un’Italia che non finisce nei talk show, che non si diluisce nei comunicati anonimi, che non vive di hashtag: è quella che si siede in un palazzo comunale – di quelli veri, con le sedie di legno che scricchiolano – e parla di cose serie. Di donne, di salute, di diritti che non hanno bisogno di slogan ma di strumenti concreti. A Cavaria con Premezzo, questa Italia si è fatta vedere chiara e senza fronzoli.
A far partire la serata ci ha pensato Alter Ego, un’associazione che ha il pregio raro di non confondere la solidarietà con l’autocelebrazione. L’incontro ruotava intorno a un’idea semplice e potente: benessere, dignità e serenità non sono un lusso da distribuire a pioggia, ma diritti da difendere con metodo, responsabilità e buon senso.
Quando le istituzioni funzionano (succede!)
Sul tavolo, insieme ai cittadini, c’erano figure che il territorio lo conoscono davvero:
Angela Rocco, che ai Servizi Sociali non ci sta per tenere le carte in ordine ma per fare da ponte tra la gente e ciò che dovrebbe spettarle;
Romana Dell’Erba, che dalla Regione porta notizie concrete – non promesse – come l’introduzione dello psiconcologo, figura che aiuta le pazienti e le famiglie a non affrontare un percorso oncologico alla cieca;
Marco Molinari, quello che ti ricorda che il mondo del lavoro non è un’arena di gladiatori e che esistono tutele, strumenti, diritti da attivare senza perdersi nel labirinto della burocrazia.
Tutti moderati da Stefano Romano, che ha tenuto il timone con la calma di chi sa che parlare di diritti sociali significa anche evitare la retorica e tenere i piedi ben piantati nel territorio.
Famiglia, comunità, responsabilità: la triade dimenticata
Nel suo intervento, Sabrina Carabelli ha pronunciato una parola che ultimamente si usa poco perché richiede impegno vero: famiglia. Non come simbolo idealizzato, ma come rete concreta che evita alle donne oncologiche il peso dell’isolamento. Un concetto elementare, eppure rivoluzionario in tempi in cui va di moda delegare ogni fragilità allo Stato e poi lamentarsi se non risponde in tempo.
Ambra Andrea Crosta, presidente di Alter Ego, ha ricordato come la solidarietà – quella autentica – non vive di convegni, ma di presenza quotidiana, attività, mani che si sporcano per chi è in difficoltà.

Servizi che funzionano: la notizia più sorprendente
Nelle conclusioni, Romano ha rimesso i tasselli al loro posto:
Il Comune come primo sportello, il front desk dove qualcuno ti guarda in faccia e ti orienta.
Il Patronato come guida nell’oceano delle tutele.
La Regione come supervisore del tessuto socio-sanitario, quello vero, fatto di psicologi, medici e progetti tangibili.
Una catena che funziona solo se ogni anello fa il suo lavoro senza invadere il campo dell’altro. Una visione che qualcuno chiamerebbe “tradizionale”, altri “di buonsenso”. Noi la chiamiamo semplicemente necessaria.

La politica quando non pretende applausi
Il ringraziamento finale al sindaco Franco Zeni e all’amministrazione di Cavaria con Premezzo non è un atto formale. È un riconoscimento a un modo di amministrare che rimane vicino ai cittadini senza fare rumore, senza trasformare la sofferenza in palcoscenico. Ed è quasi strano dirlo, ma rassicurante: a volte la politica locale combina cose buone proprio perché resta… locale.
In un panorama in cui troppo spesso le parole superano i fatti, questo incontro ha ricordato che la dignità non si regala. Si tutela. E che la serenità delle donne che affrontano un tumore passa anche da qui: istituzioni che funzionano, famiglie che ci sono, comunità che non scappano. Una ricetta semplice, quasi controcorrente. Per questo, sorprendentemente, efficace.




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