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Caronno Pertusella, il PD scivola sul salario minimo (e inciampa anche sul buon senso)

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 20 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Rossetti e Sunil mettono in chiaro le cose: niente favole ideologiche, solo fatti. E il centrosinistra annaspa dietro la solita nebbia di parole.


Caronno Pertusella, il PD scivola sul salario minimo (e inciampa anche sul buon senso)

C’è un momento in cui anche la pazienza istituzionale smette di sopportare l’ipocrisia, e quel momento è arrivato. A Caronno Pertusella, due consiglieri del gruppo misto – Francesca Rossetti e Anthony Sunil – hanno finalmente fatto quello che la sinistra raramente osa fare: chiamare le cose con il loro nome. E lo hanno fatto con la freddezza chirurgica che serve quando si parla di soldi pubblici, salari sottopagati e fondazioni che (sulla carta) dovrebbero servire il bene comune.


Il tutto parte da un tema che sembrava già digerito dalla propaganda progressista: il salario minimo. Quello slogan comodo, sempre utile per raccattare qualche consenso facile, ma evidentemente troppo scomodo quando si tratta di applicarlo nella realtà, magari proprio sotto casa.


Già, perché in Consiglio comunale i due consiglieri hanno osato mettere il dito nella piaga: alcuni dipendenti della Fondazione Artos – realtà partecipata dal Comune – vengono pagati meno di 9 euro lordi all’ora. E no, non è una fake news della destra cattiva e populista. È una constatazione oggettiva, confermata dallo stesso Direttivo del Partito Democratico locale. Con l’eleganza retorica di chi vuole negare l’evidenza concedendola, il PD ha ammesso che la paga oraria lorda arriva – in alcuni casi – a 8,66 euro. Una cifra da fast food, per intenderci.


Una fondazione con i piedi nel passato e le mani nelle tasche di chi lavora.

Rossetti e Sunil non ci stanno. E fanno notare, con lucidità, che se si è potuto riconoscere a due dipendenti vicini alla direzione un aumento di 200 euro netti al mese, allora non si capisce perché non si possano trovare 34 centesimi in più all’ora per chi lavora davvero, magari nei livelli più bassi. Il Comune può, ma non vuole. Oppure preferisce evitare lo scontro interno, quello vero, con una sinistra più interessata a sventolare le bandiere che a sporcarsi le mani con la realtà.


E qui arriva il colpo di scena tragicomico: il PD cittadino invece di rispondere nel merito, si lancia in un arrampicata degna del Tour de France. Cita assenze alle riunioni, cerca di spostare il dibattito sulle intenzioni e non sui fatti. Insomma, la solita strategia del fumo negli occhi: quando non puoi smentire i numeri, attacca chi li ha messi sul tavolo.


Una sinistra che fa il giro e torna a destra. Ma senza coerenza.

Che la sinistra locale faccia fatica a gestire il proprio senso di colpa ideologico è evidente. Lo si vede bene quando Rossetti e Sunil ricordano di aver pure partecipato alla raccolta firme per il salario minimo. Solo che, quando c’è da tradurre la teoria in pratica, l’entusiasmo sembra svanire. Tutto finisce nei verbali delle riunioni e nei comunicati stampa. Nessuno si prende la responsabilità di dire che sì, esiste una discrezionalità amministrativa, e questa poteva (e doveva) essere usata per correggere un’ingiustizia lampante.


Il volontariato come valore, non come scusa.

La conclusione dei due consiglieri è una boccata d’aria fresca. Chiedono un ritorno allo spirito originario della Fondazione Artos, quella basata sul volontariato, sulla comunità, sul senso civico. E, allo stesso tempo, chiedono una paga dignitosa per chi lavora. Non è una rivoluzione: è semplicemente buon senso. Ma a quanto pare, a Caronno Pertusella come altrove, il buon senso è diventato una provocazione.


Perché se oggi ti indigni per uno stipendio da 8,66 euro lordi, ti tocca pure sentirti fare la morale dal partito che organizza i gazebo per la dignità del lavoro.


Epilogo (non richiesto):

Una cosa è certa: a sinistra sono bravissimi a scendere in piazza con i cartelli. Ma quando devono firmare un aumento di 34 centesimi, le penne sembrano sparire.

Magari sono finite in qualche gazebo.

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