Olgiate Olona: il misterioso caso del polo logistico che nessuno vuole spiegare (ma tutti stanno costruendo)
- ventisette.info

- 22 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Tra bocche cucite, assessori redivivi e rotatorie che nascono più veloci delle risposte: cronaca di un progetto che va avanti anche se nessuno pare averlo davvero voluto.

Se chiedi agli amministratori di Olgiate Olona notizie sul polo logistico di via Roma, l’effetto è quello di aver appena pronunciato “Voldemort” in una scuola di magia. Improvvisamente, sguardi persi nel vuoto, silenzi imbarazzati e un improvviso, urgente bisogno di parlare del meteo. O delle piste ciclabili.
Per chi non lo sapesse: in via Roma si sta costruendo un bel polo logistico. Capannoni grossi, merce in arrivo, camion, traffico, e — si suppone — una bella quantità di soldi che girano. Eppure, a Villa Gonzaga, la sede della maggioranza, non sembra esserci molta voglia di parlarne. Troppo delicato il tema, troppo evidente che il castello di carte sta in piedi solo finché nessuno soffia.
Qualcuno, a mezza voce e senza troppa voglia di essere citato, mormora: “Per ora tutto fila liscio, ma quando sarà operativo…”. È il classico “intanto facciamo finta che vada bene, poi si vedrà”, che ormai è la specialità della casa. Una filosofia perfetta per quando non hai il coraggio di dire no, ma nemmeno la forza di dire sì.
Nel frattempo, a Palazzo Brambilla (che è sempre più simile a un centralino impazzito tra una telefonata e l’altra), l’atmosfera non è più distesa. Lì la “patata bollente” del polo logistico è arrivata sul tavolo senza nemmeno un bigliettino di presentazione. E il nodo, guarda un po’, è sempre quello: il traffico. Dicono che “non sarà un problema”, ma solo chi non ha mai cercato parcheggio tra le 7:30 e le 9 del mattino a Olgiate può credere davvero a questa favola urbana.
E poi c’è il dettaglio che sa di déjà-vu: la mezza paginetta Word, firmata (con tanto di logo) da un ex assessore, tale Pasqual Loris, progettista della lottizzazione. Sì, proprio lui. Ogni tanto ritornano. Anche se non più in giacca e cravatta da amministratore, certe firme restano sempre in circolo, come i soprannomi al bar o le barzellette sugli ingegneri comunali.
Intanto, lungo via Roma, tutto avanza: la rotatoria è quasi pronta (magari ci gireranno intorno anche le risposte prima o poi), il marciapiede prende forma, e la pista ciclopedonale è il classico fiore all’occhiello da esibire quando ti chiedono “ma cosa ci guadagna il cittadino?”.
Spoiler: camion.
Spoiler 2: più camion.
Il sospetto — ma che sia solo un sospetto, per carità — è che qui qualcuno stia giocando la carta dello “sviluppo” per mascherare scelte già fatte da tempo. Decisioni che oggi mettono in imbarazzo pure chi le ha avallate con il sorriso sulle labbra e la mano alzata in consiglio.
Ma attenzione, non è un problema di partiti. Non è nemmeno una questione di ideologia. È più una questione di stile, di trasparenza. Di quella destra silenziosa (ma non per questo meno presente) che ancora si ostina a pensare che l’urbanistica debba avere un senso, e che la crescita non debba sempre significare “più cemento, più camion, meno domande”.
Il polo logistico di Olgiate Olona non è solo un’opera. È un test. Per vedere fino a che punto la politica locale può fingere di non sapere mentre tutto viene già deciso altrove, magari in un ufficio con le tapparelle abbassate e una stampante che sforna relazioni in 12pt Times New Roman.
E noi? Noi osserviamo. Annotiamo. E chiediamo. Ancora. Anche se ci rispondono solo quando i taccuini sono chiusi.




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