Olgiate, la piazzola dei misteri: tra sbarre sempre alzate e coscienze abbassate
- ventisette.info

- 3 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 4 nov
C’è un luogo, ad Olgiate, dove il tempo sembra essersi fermato. Non per bellezza, non per poesia — ma per i lavori che da quattro anni restano “in corso” come una promessa di matrimonio mai mantenuta. È la piazzola ecologica, ma ormai più che ecologica pare “psicologica”: mette alla prova la pazienza dei cittadini, e il senso del dovere dell’amministrazione.

Il gruppo consiliare RilanciamOlgiate ha deciso di dire basta. Non a caso, proprio mentre arriva il momento più amato dagli italiani — il pagamento della TARI. Perché in fondo è romantico: tu paghi di più, e loro ti offrono meno.
Una relazione tossica, ma istituzionale.
Secondo i consiglieri, la situazione peggiora anno dopo anno: le tasse salgono, i servizi scendono, e la sbarra della discarica — udite udite — resta sempre alzata. Un simbolo perfetto di come funziona oggi la “gestione pubblica”: porte aperte ai furbi, conti aperti ai contribuenti.
“Controllare” non è una parolaccia
Dal gruppo RilanciamOlgiate arriva una richiesta semplice, quasi banale: controllare gli accessi. Non per mania di grandezza, ma per rispetto verso chi le tasse le paga davvero.
Il consigliere Giorgio Volpi l’ha detto chiaro: “Non serve più la tessera, la sbarra è alzata”.
Sembra la metafora di un Paese intero, dove si parla tanto di “inclusione” ma si dimentica che includere chi non rispetta le regole significa escludere chi le rispetta.
Eppure, in Consiglio Comunale, si era promesso tutto il contrario: controlli, ordine, efficienza.
Poi il nulla.
A meno che non si voglia chiamare “azione amministrativa” la chiusura straordinaria del 1° e 2 novembre per ristrutturazione, annunciata due giorni dopo la mozione della minoranza.
Casuale? Forse. O forse no.
A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina — diceva qualcuno che di amministrazioni ne aveva viste.
Quattro anni di cantiere e nessuna vergogna
“Un cantiere aperto da oltre quattro anni è una vergogna per un paese come il nostro” — ha aggiunto Volpi. E come dargli torto? In un mondo dove si costruiscono grattacieli in sei mesi, ad Olgiate non si riesce a chiudere un cancello automatico.
Il tutto dopo aver speso oltre 80.000 euro e aumentato la TARI.
Un capolavoro di efficienza pubblica, da esporre al museo del paradosso italiano.
La capogruppo Alda Acanfora va dritta al punto: “Abbiamo chiesto trasparenza e rispetto per i contribuenti”. Concetti rivoluzionari, a quanto pare.
Anzi, quasi eversivi: in un’epoca in cui “pena” e “perdono” vengono usati come sinonimi di debolezza, chiedere ordine sembra già una provocazione politica.
La morale?
In un paese normale, controllare gli accessi alla discarica sarebbe un atto di buona amministrazione. Ad Olgiate, è diventato un gesto di coraggio civico.
Perché, come ricordano i consiglieri di RilanciamOlgiate, “controllare non significa penalizzare i cittadini onesti, ma tutelarli”.
E qui sta il punto: il controllo non è il nemico della libertà, è la sua garanzia.
Chi non lo capisce, forse, non ha mai pagato una TARI con il sorriso.




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