Olgiate, la nuova religione del cemento verde
- ventisette.info

- 11 nov
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A forza di rotatorie e supermercati, stiamo imparando che il futuro non lo costruiscono gli alberi, ma le ruspe.

C’è un curioso fenomeno che a Olgiate Olona si ripete con la puntualità di un temporale d’agosto: ogni volta che spunta un cantiere, spunta anche una promessa di “compensazione ambientale”. Tradotto: tagliamo dieci alberi adulti, ma ve ne piantiamo venti piccolini, tanto carini e così bravi a non fare ombra per i prossimi quarant’anni.
Il nuovo capitolo della saga si chiama via Morelli – l’epopea del supermercato che nessuno aveva chiesto. Mille metri quadrati di area commerciale, una rotatoria fresca di asfalto e un contorno di verde pubblico sacrificato sull’altare della modernità. A ricordare che il progresso, qui, si misura a colpi di escavatore.
Futura Civitas, gruppo civico locale, ha provato a far notare che forse, ma dico forse, abbattere alberi maturi per costruire l’ennesimo supermercato in un raggio di duecento metri da altri due supermercati non è proprio un’idea geniale. Ma la giunta ha scelto la via più comoda: silenzio stampa, niente confronto pubblico e un’informazione “a dosi omeopatiche”. Del resto, quando si tratta di spiegare ai cittadini cosa succede nel loro Comune, la trasparenza pare diventare un optional.
Il bello è che tutto questo accade in una zona già stretta tra autostrada, polo logistico e scuole. Ma tranquilli: c’è la rotatoria “di compensazione”, perché se c’è una cosa che calma la coscienza ecologica di certi amministratori è il disegno di un bel cerchio d’asfalto con qualche aiuola nel mezzo.
Il verde si cancella, ma la viabilità “respira”. Forse troppo.
Dai documenti emerge persino l’ipotesi di un terzo edificio commerciale. Ormai via Morelli rischia di diventare la nostra piccola Manhattan del mattone: capannoni, centri commerciali e, per dessert, un po’ di CO₂ a km zero.
Nel frattempo, Futura Civitas ricorda un concetto che dovrebbe essere ovvio anche senza master in agronomia: un albero maturo vale più di cento piantine da vivaio. Ma la logica del “piantiamo e siamo a posto” fa comodo a molti. È la stessa logica che costruisce quartieri vuoti “per far crescere l’economia” e poi si stupisce che la popolazione cali e i negozi chiudano.
Il dato ISPRA parla chiaro: +0,17% di suolo consumato in un anno. Pochi decimali, certo. Ma provate a trovarli sulla mappa: un ettaro in meno di terra viva. Un ettaro in più di cemento eterno. È un linguaggio che la burocrazia ama perché non emoziona. Non fa rumore.E invece dovremmo urlarlo: stiamo perdendo pezzi di città senza nemmeno accorgercene.
Il vero problema non è l’ennesimo supermercato. È la mentalità: quella del “costruiamo e poi si vedrà”, del “ci penserà il verde di compensazione”, del “i cittadini non capirebbero comunque”. È un modo di amministrare che puzza di vecchio più del gas di scarico sulla statale del Sempione.
E mentre i cartelli dei cantieri spuntano come funghi dopo la pioggia, ci viene ripetuto che “preservare è meglio che piantumare”.
Parole sante. Peccato che, a Olgiate, chi le dice venga trattato come un fastidio, non come una risorsa.
Nel frattempo, i grandi alberi cadono. Le ruspe lavorano. E il Comune si vanta dell’ennesima rotatoria. Benvenuti nella nuova Olgiate: la città dove l’ambiente è un argomento da depliant, non una scelta di governo.




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