Luino, centrodestra con il cartello ‘aperto’: ma solo a chi sa leggere tra le righe
- ventisette.info

- 27 ott
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Ah, Luino. La perla del lago Maggiore dove la politica locale riesce, come poche altre cose, a coniugare passione, orgoglio e un pizzico di commedia all’italiana. Stavolta sul palcoscenico troviamo Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia — con la partecipazione straordinaria di Furio Artoni, l’uomo che si definisce “di centrodestra”, ma che il centrodestra deve ogni volta ricordare che, sì, la porta è aperta, ma non è un autogrill.

Nella nota congiunta diffusa dai tre partiti, si legge la pazienza — di quella elegante, istituzionale, ma che dietro le righe ha il tono di chi ha già spiegato la cosa tre volte. “Per chiarezza, e per l’ultima volta…” scrivono i segretari. Traduzione simultanea: non fateci perdere tempo con chi vuole discutere di poltrone prima ancora di condividere il progetto.
Il centrodestra luinese, infatti, sembra voler costruire qualcosa di più solido di una semplice lista elettorale: un blocco politico che guardi ai prossimi dieci anni, non solo ai prossimi dieci mesi. E lo fa ribadendo concetti tanto semplici quanto (pare) difficili da digerire: i programmi si scrivono insieme, non a colpi di conferenze stampa. E se le idee coincidono — come loro stessi ammettono, molte delle proposte di Artoni sono le stesse sostenute dall’opposizione unita — allora tanto vale smettere di far finta che ci sia un abisso ideologico tra le parti.
Insomma, il messaggio è chiaro: chi si riconosce nei valori del centrodestra ha le porte aperte. Ma — e qui sta il dettaglio che distingue una coalizione seria da un’accozzaglia improvvisata — serve anche la volontà di condividere un percorso, non solo un titolo sul giornale.
La vera chicca, però, è quel passaggio che suona quasi come un avvertimento gentile (ma nemmeno troppo): “Ben vengano idee ed energie nuove, purché finalizzate a evitare la dispersione di forze che rischierebbe di consegnare la città alla sinistra per altri cinque anni.” Tradotto: sarebbe un peccato rovinare tutto solo per un po’ di protagonismo, vero?
Dietro il tono diplomatico, il centrodestra luinese sta dicendo una cosa che in politica locale spesso si dimentica: l’unità non è un hashtag, ma un lavoro quotidiano, fatto di compromessi, rispetto e strategia. E forse, in un’Italia dove tutti vogliono fare il leader, ricordare che si può anche “stare insieme” senza litigare per la sedia migliore è già un piccolo atto rivoluzionario.
Luino, insomma, si prepara a un futuro che potrebbe essere davvero interessante: un centrodestra che parla di visione, sviluppo e sicurezza con la fermezza di chi sa che la città non può permettersi altri giri a vuoto. E se qualcuno resta fuori, non sarà per mancanza di inviti — ma per aver bussato alla porta sbagliata.




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