top of page

Grande Ospedale della Malpensa: l’architettura globale atterra in Lombardia

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 29 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
Felpa Oversize Donna “White Grace Edition” – Dreska Urban Sweatshirt
From€31.50
Acquista

C’è qualcosa di poeticamente ironico nel fatto che il nuovo Grande Ospedale della Malpensa — quello che dovrebbe curare i lombardi del futuro — arrivi direttamente da Londra, firmato dallo studio Zaha Hadid Architects, oggi guidato da Paolo Zilli. Un nome che sembra un manifesto: la modernità atterra sulle nostre pianure, con un passaporto internazionale e un rendering mozzafiato.


Grande Ospedale della Malpensa: l’architettura globale atterra in Lombardia

Il progetto, vincitore del concorso di architettura, sostituirà i due ospedali di Busto Arsizio e Gallarate. L’obiettivo dichiarato? Una struttura “interconnessa, sostenibile e innovativa”. Tradotto: cemento e vetro, tanto verde digitale, e la promessa che “sarà tutto più efficiente”.Certo, chi vive in zona sa che l’efficienza non si misura nei comunicati stampa, ma nelle sale d’attesa.


Per carità, il tocco di Zaha Hadid non si discute. Linee curve, trasparenze, futurismo soft — un’astronave bianca atterrata tra capannoni e tangenziali. Ma viene da chiedersi: serve più un ospedale che sembri un museo, o un ospedale che funzioni come un ospedale?

Una domanda scomoda, che spesso si perde tra le parole magiche del nostro tempo: “smart”, “green”, “hub sanitario”.


Lo studio di Zilli ha prevalso su 22 altri progetti, e ora si attendono le verifiche formali. Tutto regolare, dicono. E noi ci crediamo. D’altronde, nulla è più rassicurante di un concorso internazionale che premia la visione, la sostenibilità e — perché no — un po’ di marketing istituzionale ben confezionato.


Eppure, dietro la patina scintillante dell’archistar globale, resta il desiderio di vedere un’Italia che costruisce con testa e cuore propri. Che non si affida sempre all’idea che ciò che viene da fuori sia per forza migliore.Non è chiusura, è amor proprio. È la voglia di un’architettura che sappia parlare dialetto senza vergognarsene.


A fine novembre ci sarà la proclamazione definitiva. L’ospedale del futuro è pronto a decollare.

Speriamo solo che, stavolta, atterri dove serve davvero.

Commenti


bottom of page