Gallarate, l’invasione silenziosa: bruchi ovunque, ma niente panico (almeno ufficialmente)
- ventisette.info

- 24 set
- Tempo di lettura: 2 min
A Gallarate, la natura si è fatta un po’ meno “madre” e un po’ più... infestante. Le piante, quelle belle frasche verdi che fanno da contorno al nostro cemento civilizzato, sono finite sotto assedio. Non da attivisti ambientalisti o urbanisti con manie tropicali, ma da una vera e propria invasione biologica: l’Ifantria americana, un bruco tanto innocuo quanto insistente, arrivato da oltreoceano per regalarci un’estate decisamente meno instagrammabile.

I rami si svuotano, i nidi aumentano, e il Comune, per una volta, non si gira dall’altra parte. Il sindaco Andrea Cassani ha annunciato misure di contenimento. E qui arriva la parte bella: “non è pericoloso per l’uomo”, dicono. Certo, come no. Anche una zanzara non è un leone, ma prova a dormire con una dozzina in camera.
Biologico sì, ma solo quando fa comodo
Per contenere l’infestazione, la soluzione è semplice… a parole: un po’ di Bacillus thuringiensis (un nome che sembra uscito da un laboratorio tedesco del ’39) tra fine luglio e inizio agosto, oppure – udite udite – la rimozione manuale dei nidi. Esatto: torniamo al medioevo con il rastrello in mano, a togliere bruchi come si tolgono le erbacce dal vialetto. Con buona pace della “strategia su larga scala”, che pare difficile da applicare. Ma almeno è sostenibile, no?
Per carità, guai a usare insetticidi chimici: potrebbero essere dannosi per la salute e per l’ambiente. E quindi ci teniamo i bruchi. Tanto sono americani, ben nutriti, probabilmente vaccinati, quindi tutto sommato ben visti da certi ambienti.
Il Comune agisce. Gli altri… si arrangino
Il sindaco Cassani, con sano pragmatismo da amministratore di frontiera, ha annunciato interventi su alberature comunali e una campagna d’informazione per avvisare i privati: fate da soli. Che è un po’ come dire “ve lo diciamo, poi però tocca a voi”. E, a ben vedere, è anche giusto così: non si può sempre aspettare l’intervento statale per togliere due bruchi dal giardino. Un po’ di responsabilità individuale, ogni tanto, non guasta. Magari è proprio questo il momento di rivalutare il buon vecchio vicino col flit e la scala in garage.
Il problema, comunque, non è solo gallaratese: si estende anche a Cavaria con Premezzo e ad altri centri della provincia. Ma tranquilli, si punta a sfruttare l’inverno per ridurre l’impatto. Finalmente una stagione in cui l’inattività non è un vizio ma una strategia.
Tra bruchi e burocrazia, vince chi ha il potatore
In un Paese dove tutto viene trattato come un’emergenza finché non si può più ignorare, questa storia ha un sapore diverso. Qui si agisce, senza troppo clamore e senza lacrime isteriche. Non ci sono conferenze ONU, né hashtag di protesta. Solo un’invasione di bruchi, una risposta ragionevole e un invito alla partecipazione dei cittadini. Strano, vero? Quasi normale.
E forse è proprio questa normalità, concreta, sobria, fatta di potatori, calendari stagionali e indicazioni pratiche, che oggi suona rivoluzionaria.




Commenti