Gallarate, il Consiglio in silenzio (per chi merita) e in rumore (per chi protesta)
- ventisette.info

- 25 set
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Il Consiglio comunale di Gallarate ha aperto i lavori con un gesto raro e, per una volta, significativo: un minuto di silenzio per Charlie Kirk e Melissa Hortman, vittime di attentati. Una pausa che ha pesato più di mille mozioni e comunicati stampa. Nessun hashtag, nessun filtro arcobaleno: solo silenzio. E in tempi in cui anche il lutto viene filtrato da ideologie prêt-à-porter, è quasi rivoluzionario.

Il presidente del Consiglio, Marco Colombo, ha messo il dito nella piaga: oggi un dodicenne ti chiede se stai con Palestina o Israele, come fosse un derby del mercoledì sera. Ma non è colpa loro. È il mondo adulto, quello con le bandiere da tastiera e le coscienze da sconto Amazon, che ha ridotto la complessità geopolitica a uno sticker su WhatsApp. E il pensiero critico? Roba da boomer, pare.
Poi si è tornati al piccolo cabotaggio municipale, dove si può dire tutto senza dire niente. Il consigliere Sorrentino ha salutato Giorgio Armani (pace all’eleganza che fu), mentre Aspesi ha festeggiato la Croce Rossa locale, che almeno porta a casa medaglie invece che polemiche.
Dall'altra parte dell’aula, l’opposizione è apparsa in forma smagliante. Non nei numeri, ma nell’arte sopraffina della lamentela senza progetto. Si è parlato di mobilità sostenibile, naturalmente: un tema perfetto per chi ha una Tesla e un PhD in indignazione. Si è poi passati al sistema sociosanitario digitale che – sorpresa! – ogni tanto si inceppa. E nel 2025 non abbiamo ancora imparato che se qualcosa è “digitale”, non vuol dire che funzioni?
Il consigliere Lauricella ha voluto ricordare gli episodi di razzismo nel mondo. Che, ovviamente, hanno un legame diretto con Gallarate. Perché come tutti sanno, se succede qualcosa a Minneapolis, è sicuramente colpa della manifestazione "Remigration" di due anni fa in provincia di Varese. Logica da talk show del lunedì sera.
Il consigliere Gnocchi, voce della ragione, ha fatto quello che dovrebbe fare chi siede in aula: parlare di buche, scuole, cantieri fermi e rami che cadono. Ma niente, i problemi veri non tirano. Meglio indignarsi sul concetto astratto di “vivere assieme”, possibilmente senza mai prendere la 10.10 per Milano Cadorna, perché lì si vive assieme sul serio. E a volte anche troppo.
Durante il Question Time, l’Ifantria americana (un parassita, non un nuovo partito) ha fatto irruzione nel dibattito. È rassicurante sapere che, nonostante guerre, crisi e proteste, a Gallarate ci si preoccupa ancora degli alberi. E meno male.
Poi è arrivata la stoccata del PD, che ha giudicato l’ordinanza “anti-maranza” un fallimento, perché “solo” 28 sanzioni. Come dire che se in una settimana nessuno ruba in un supermercato, allora i sistemi antifurto sono inutili. Forse l’ordinanza ha proprio funzionato, ma questo ragionamento non si porta nelle sacrestie progressiste. Dove si crede che educazione civica si insegni col cartellone, non con la multa.
Finale con l’approvazione del bilancio consolidato 2024: 16 favorevoli, 9 contrari, tutti un po’ più stanchi e con la sensazione che l’Italia, nel suo piccolo, inizi sempre da qui. O forse finisca.
Ah, quasi dimenticavamo: eletto il presidente del Collegio dei revisori dei conti, Riccardo Bassani. Auguri e in bocca al lupo. Ne avrà bisogno.




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