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Gallarate, chiudi che ti passa. O forse no.

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 4 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Avviso ai pendolari: dimenticate l’ingresso in A8 a Gallarate direzione Milano. Chiude. Dieci mesi. Sì, dieci. Non dieci giorni, non dieci settimane. Dieci mesi. Perché? Perché arrivano le barriere antirumore. Ovvero: si rallenta tutto per evitare che i poveri abitanti vicino all'autostrada sentano il rombo delle automobili. Silenzio in corsia, caos ovunque fuori.


Gallarate, chiudi che ti passa. O forse no.

Nel frattempo, a Cassano Magnago e zone limitrofe, l’umore è quello di un autista bloccato nel traffico da tre quarti d’ora: sudato, stanco e con un vago desiderio di esilio fiscale. Perché mentre su A8 si montano barriere, giù in paese si fanno i conti con un prevedibilissimo disastro annunciato. La SP20 — già normalmente affollata da chi lavora davvero, non da chi posta su X — rischia di esplodere. Gli amministratori locali lo sanno. Lo hanno detto. Lo hanno pure messo per iscritto. E, con la sobrietà di chi ha visto già troppi "piani viabilità" fallire sotto il peso della burocrazia, chiedono almeno un po’ di buon senso.


Un po’ di logica, per favore

Via Venegoni, una delle arterie principali di Cassano, è in manutenzione fino a novembre. E qui entra in scena l’assessore Dabraio, che fa la cosa più razionale degli ultimi mesi: chiede di posticipare l’inizio dei lavori autostradali finché quelli comunali non saranno finiti. Ma in un Paese dove il concetto di pianificazione urbanistica spesso si piega a qualche vincolo assurdo o ritardo ministeriale, c’è da chiedersi se qualcuno ascolterà davvero.


Poi c’è la richiesta “eretica”: sospendere il pedaggio di Gallarate Nord, almeno per i mesi dei lavori. Oh no! Panico nei piani alti. Togliere un pedaggio? Un gesto quasi rivoluzionario. Roba che fa tremare le casse e disturbare qualche consiglio d'amministrazione. Eppure, serve. Perché se i pendolari devono scegliere tra pagare per stare in coda o stare gratis in coda, la scelta sarà ovvia. E chi ci rimette? I cittadini, quelli veri, che si trovano il traffico sotto casa.


Tavoli, prefetti e déjà vu

L’ultima carta sul tavolo (che neanche a Risiko): una lettera al prefetto. Una mossa che sa tanto di "abbiamo provato tutto, ora ci affidiamo al Padreterno… o al rappresentante dello Stato". Si chiede un intervento serio, definitivo, per eliminare una volta per tutte il problema del casello di Gallarate Nord. Una battaglia vecchia come la Lega pre-Salvini, rilanciata trent’anni dopo con la stessa passione, ma — finora — con lo stesso nulla di fatto.


Tra barriere e barriere

In tutto questo, resta una domanda: chi decide cosa è prioritario? Il silenzio ovattato di una barriera fonoassorbente? O il diritto alla mobilità decente di chi ogni mattina si alza, guida, lavora e contribuisce a tenere in piedi questo paese?


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