"Ciclisti per la Pace, Fossili nelle Idee"
- ventisette.info

- 2 ott
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Sabato 4 ottobre, ore 8:15. A Castellanza non suona la sveglia, suona la retorica. Ventiquattro pedali, dieci caschetti ben allineati, qualche borraccia ecocompatibile e tanta voglia di cambiare il mondo una pedalata alla volta. Sono i prodi del Coordinamento Bicipace e dell’Associazione “In cammino per la pace”, pronti a salpare – o meglio, a pedalare – verso Perugia, per partecipare alla leggendaria marcia Perugia-Assisi del 12 ottobre. Un evento che, nel curriculum morale progressista, vale quanto il Cammino di Santiago in bicicletta… ma con più slogan.

Il grande viaggio della moralità su due ruote
Partiranno da Castellanza, che evidentemente ha finito le buche da asfaltare e ha deciso di occuparsi della geopolitica mondiale. Il gruppo, una ventina di ciclisti in tutto, attraverserà l’Italia raccontando il proprio pellegrinaggio a colpi di post su Facebook. Un “Diario di Bordo” che aggiorneranno con entusiasmo: “Oggi abbiamo incontrato studenti e amministrazioni locali, abbiamo parlato di pace e ci hanno offerto biscotti vegani al farro.” Il tutto condito da foto in cui si sorride molto e si consuma pochissimo CO₂. Del resto, anche la coscienza ha bisogno di un po’ di like.
Pedalare per non pensare
“La bicicletta è un veicolo che avvicina le persone senza consumare energia fossile”, spiegano gli organizzatori. Curioso, però, come la bici venga scelta per combattere le guerre mondiali dell’energia, mentre i tank e le bombe sembrano ancora preferire ben altri carburanti. Ma va bene così: ogni epoca ha i suoi cavalieri. Oggi si presentano in calzoncini tecnici e maglietta traspirante, con lo zainetto etico e il playlist di John Lennon sparata nelle cuffie wireless. "Imagine", infatti, è il tema della marcia di quest’anno. “Immagina tutte le persone vivere in pace”… Sì, e magari anche che paghino le bollette, rispettino i confini e difendano le proprie radici. Ma non chiediamo troppo.
Patrocini e pacifismi selettivi
Patrocinano l’iniziativa i Comuni di Castellanza, Busto Garolfo, Canegrate, Legnano, e altri. Un bell’esempio di amministrazioni che, mentre l’Italia reale arranca tra sicurezza, lavoro e famiglie sempre più fragili, decidono che la priorità è sostenere la pace pedalando. Magari la prossima volta proporranno una staffetta podistica per abbattere il debito pubblico.
In conclusione
Nulla contro la bicicletta, per carità. È un mezzo nobile, sobrio, persino elegante. Ma il problema non è il mezzo. È il messaggio. Perché quando si confonde la complessità del mondo con la semplicità dei pedali, si rischia di trasformare la politica in una caricatura. E la pace – quella vera, fatta di scelte dure, di responsabilità, di difesa dei valori e non di slogan universali – in un hashtag da condividere tra una tappa e l’altra.
Buona pedalata, dunque. Ma occhio a non girare troppo in tondo.



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