Busto Arsizio: sangue o tempera?
- ventisette.info

- 31 ott
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Halloween, a Busto Arsizio qualcuno ha deciso di fare la festa con un “trick” tutto suo: schizzi di vernice rossa sulla sede della Lega di via Culin. Non un dolcetto, non uno scherzetto: un gesto artisticamente discutibile e politicamente imbarazzante.

C’è sempre un momento nella vita in cui l’adolescente rivoluzionario dentro di noi chiede di uscire, armato di bombolette spray. Ecco, qualcuno a Busto ha deciso che il muro della Lega fosse il canvas perfetto per esprimere il proprio dramma interiore. Il risultato?
Un impatto scenografico degno di un film horror a basso budget, ma con meno trama e più frustrazione.
Il segretario cittadino Alessandro Albani ha condannato il gesto. Ovviamente. Perché quando la politica si riduce a “spruzzo e fuggi”, c’è solo da scuotere la testa. L’assessore e il vicesegretario hanno aggiunto che “chi usa la violenza come argomento politico non ha idee”.
Probabilmente è vero: le idee vere non si lanciano contro i muri, si lanciano nei dibattiti.
E qui sta il paradosso: più cerchi di zittire qualcuno con la vernice, più quel qualcuno acquista visibilità. È come provare a spegnere un falò con un bicchier d’acqua. Solo che il bicchiere è rosso e serve a farsi notare.
Busto Arsizio, città che ha visto murales cancellati, scritte polemiche e ora “attacchi da pittore frustrato”, ci ricorda una verità semplice: la democrazia non si imbratta. Si difende.
E, se possibile, si fa anche un po’ di ironia quando qualcuno prova a farla sembrare un horror di serie B.




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