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Busto Arsizio, il corteggiamento politico è aperto: Antonelli fa il brillante e aspetta (davvero?) il Pd

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 27 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

A Busto Arsizio succede questo: la maggioranza sembra un Black Friday politico. Gente che entra, gente che torna, gente che pensa di entrare — e il sindaco Antonelli che sorride come il proprietario di un negozio a cui stanno svaligiando gli scaffali… ma tutto regolarmente, con lo scontrino.


Busto Arsizio, il corteggiamento politico è aperto: Antonelli fa il brillante e aspetta (davvero?) il Pd

La notizia del giorno? Il consigliere Fiore che prepara la valigia per trasferirsi in Fratelli d’Italia. E Antonelli, che di quel partito veste già la maglia, la prende con la sua solita ironia zen: “È perché lavoriamo bene. Adesso aspetto il Pd.”

Una battuta, certo. Ma come tutte le battute ben riuscite, contiene quel retrogusto di “e se…?”.


Effetto calamita

Fratelli d’Italia, a Busto, è diventato il locale più affollato del venerdì sera. Entri per salutare e finisci a prendere la tessera.


Prima è tornato Farioli in Forza Italia (che però rimane senza un assessore, un po’ come andare al ristorante e scoprire che oggi la cucina è chiusa). Ora arriva Fiore. Poi si vocifera dell’ingresso di Gallazzi.E intanto i meloniani contano i nuovi posti a tavola: sette consiglieri sicuri, forse otto.

Un pulled pork continuo.


Nel frattempo, la lista civica Antonelli e la Lega restano entrambe con tre esponenti, come due condomini gemelli che si guardano di fronte dalle finestre. Forza Italia pure tre, ma è come se non potessero entrare in ascensore.


La parola proibita: rimpasto

Ogni volta che qualcuno pronuncia “rimpasto”, Antonelli pare cambiare discorso come chi non vuole parlare dell’ex.

Eppure l’aritmetica politica è una coltellata gentile: più consiglieri in un gruppo, più è difficile dire “la giunta resta così com’è”.


L’ultima volta che si è toccato l’assetto, dicono che le trattative siano state talmente lunghe da poterle usare come metodo infallibile per addormentare i bambini.

Forse per questo il sindaco preferisce non pensarci. Aspetterà che i partiti bussino alla porta. O che smettano di bussare, a seconda di quanto ama il rischio.


La minoranza che si assottiglia

Poi c’è la minoranza, che a forza di saluti sta diventando una newsletter.

Rimangono il Pd (quattro), Santo Cascio, Gianluca Castiglioni e Giuseppina Lanza, ultima sopravvissuta del gruppo Popolo, Riforme e Libertà, oggi collegata al movimento L’Italia C’è, che guarda caso è vicino a Forza Italia.

Insomma: anche quando stanno in minoranza, fanno networking.


E il Pd?

Antonelli lo aspetta “per scherzo”.

Ma è uno di quegli scherzi che fanno ridere finché non ti ritrovi davvero qualcuno alla porta con il trolley.


In ogni caso, la quinta città della Lombardia sta vivendo una stagione in cui la politica ha la stessa stabilità di una sedia traballante. Tutti vogliono stare dove tira il vento, e il vento — per ora — tira verso il sindaco.


Che ne pensi, Pd? Vieni o resti a guardare?(Tranquilli, è una battuta. Forse.)

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