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100 Anni di Lucrezia: Sì, Esistono Ancora Italiani Che Ce La Fanno Senza Yoga e Avocado

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 16 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Olgiate Olona, Lunedì 13 Ottobre 2025 inizio di questa settimana che sta finendo — A dispetto dei tempi liquidi, delle identità fluide e delle colazioni centrifugate, qualcuno resiste. Qualcuno vive cent'anni, e lo fa senza mai aver postato un selfie, senza aver chiesto lo smart working, senza bisogno di essere "validata" da un algoritmo.



La signora Lucrezia Cucchi, classe 1925, ha compiuto un secolo tondo tondo. Avete capito bene: cento anni. Una vita attraversata con la lucidità di chi ha visto la Storia da vicino, non da un feed. E noi, qui a Ventisette, siamo sinceramente, autenticamente, quasi provocatoriamente… felici.


Perché non c'è algoritmo che regga di fronte alla forza tranquilla di una donna che ha fatto la guerra (vera), visto i bombardamenti (veri), lavorato (sul serio), cresciuto figli e nipoti, cucinato senza tutorial, amato senza swipe, e che ora si prende il suo applauso — in silenzio, con dignità.


La festa: sobria, locale, italiana

Il sindaco Giovanni Montano e la consigliera alla Terza Età, Luisa Castiglioni (una delega che suona quasi come un atto di resistenza culturale), hanno consegnato alla signora Lucrezia una pergamena e un mazzo di fiori. Cose semplici, che oggi sembrano rivoluzionarie: carta, inchiostro, gesti. Roba che non si può tradurre in emoji.


Ma il vero regalo è il contesto. Intorno a lei: nipoti, pronipoti, legami veri, sangue del proprio sangue. Dalle valli bergamasche fino a Olgiate Olona, il filo rosso della famiglia ha cucito una rete che oggi tiene insieme generazioni. Niente start-up, niente incentivi statali. Solo affetto, memoria e presenza. Come si faceva una volta, quando l'Italia era povera ma forte, e sapeva dove voleva andare.


Il miracolo normale

Noi di Ventisette vogliamo gridarlo sottovoce: che bella notizia. Che sollievo sapere che in un Paese in cui spesso si esalta il nuovo solo perché è nuovo, c'è ancora spazio per festeggiare chi ha resistito al tempo senza piegarsi. E ci auguriamo che non sia un caso isolato, ma un segno.


Un secolo di vita non è solo un numero. È una piccola, enorme vittoria contro l’oblio, contro la smania di cambiare tutto ogni cinque minuti, contro chi ha disimparato a dire “grazie” guardando negli occhi.


Auguri Lucrezia. E grazie. Per averci ricordato che sì, si può arrivare lucidi a cent’anni.

Ma ci vuole radice, fatica, e magari anche un po’ di polenta.

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