Via Gaggio: la strada che non voleva sparire (e quasi ce l’abbiamo fatta dimenticare)
- ventisette.info

- 26 nov
- Tempo di lettura: 2 min
C’è una strada. Tre chilometri e cinquanta metri di sterrato che attraversano boschi, piccoli ponti e ricordi militari. Oggi la percorrono ciclisti sportivi, signore con i cani, uomini in mountain bike e adolescenti in esplorazione: un polmone verde in mezzo a un territorio che va dal Varesotto all’Alto Milanese, dove Malpensa non è mai lontana. Ma non fatevi ingannare dall’apparenza: questa strada non è sempre stata così.

Negli anni Novanta era quasi un mito perduto: fagocitata dal bosco, dissestata, praticamente invisibile. A ridarle vita ci ha pensato Ambrogio Milani, pensionato di Lonate Pozzolo con la passione per la storia locale e un talento incredibile nel mobilitare volontari. Non era un supereroe solitario, ci tiene a precisare – ma diciamo che la vanga e il Panda bordeaux erano i suoi simboli di potere. Milani e la sua squadra hanno scavato, ripulito, recuperato tracce storiche che raccontano di aratri, linee telefoniche d’altri tempi, piste di raccordo militari, cannoni e paraschegge. Tutto quel mondo che qualcuno aveva cercato di far scomparire tra alberi e terra.
Oggi via Gaggio è trafficata quanto basta per farti sentire vivo senza mai diventare caos: due chiacchiere di mezza età, una corsa verso il Novarese, un cane che tira il guinzaglio. È il piccolo miracolo di un territorio che ha imparato a respirare senza smettere di correre.
Ma attenzione: il miracolo è fragile. La manutenzione, per decenni sostenuta da volontari con ghiaia e buona volontà, oggi rischia di vacillare. Fondi comunali? Qualche sfalcio qua e là, ma il fondo sterrato – soprattutto nei tratti più impegnativi verso il Naviglio Grande – chiede più cure di quante possano offrire le procedure burocratiche. La via Gaggio è comunale, ma non del tutto: una parte appartiene al Consorzio Villoresi e ogni intervento richiede una danza tra enti e competenze. Insomma, anche il polmone verde ha bisogno di cure, e senza accordi e soldi, rischia di tornare il sentiero dimenticato di trenta anni fa.
La vera domanda è: qualcuno riuscirà mai a amare questa strada quanto l’ha amata Ambrogio Milani? Probabilmente no. Ma almeno possiamo provare a non dimenticarci di lei, passeggiando, pedalando, scoprendo i segreti nascosti tra gli alberi e le piccole tracce di chi l’ha vissuta prima di noi. Via Gaggio non è solo una strada: è un invito a camminare nel tempo, a respirare storia e natura insieme. E se anche voi passate di lì, ricordatevi che ogni pietra, ogni fossetto, ogni traccia di cemento è stata scelta con amore.
Perché la grande strada fragile non deve sparire di nuovo.




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