Venegono Superiore, svegliati: se pure l’assessore ti dà la sveglia, forse è ora di alzarti
- ventisette.info

- 2 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Benvenuti a Venegono Superiore, dove le cose vanno talmente bene che persino gli assessori si autoaccusano di immobilismo. No, non è satira. È amministrazione pubblica nel 2025.

Roberto Castiglioni, assessore ai Lavori Pubblici e, dettaglio non trascurabile, esponente di Lombardia Ideale (giusto per non fare nomi), ha deciso di parlare. E quando uno della tua stessa squadra ti dice pubblicamente che stai dormendo in piedi, forse è il caso di togliersi il pigiama istituzionale e darsi una mossa.
“Siamo inerti sulla sicurezza”, ha scritto senza troppi giri di parole. Tradotto dal politichese: "Gente, qui fuori è il Far West e noi stiamo giocando a briscola col Prefetto". Una dichiarazione che suona come una secchiata d’acqua fredda, soprattutto per il sindaco Lorenzin e il suo esecutivo, che già navigano in acque abbastanza agitate.
La sicurezza? Ah, già, quella cosa là...
Chi vive a Venegono lo sa: tra spaccio nei boschi, movimenti sospetti nei pressi della stazione e treni che portano tutto tranne che pendolari, il paese è diventato un set per la versione lombarda di Narcos. Pianbosco, in particolare, pare essere stato ceduto in leasing a qualche cartello colombiano – ma per carità, non sia mai che se ne parli troppo. Non è elegante.
Le istituzioni si girano dall’altra parte (chi lo sa perché), e intanto i cittadini contano le biciclette sparite e si fanno l’abbonamento al gruppo “Sei di Venegono se…” per segnalare l’ennesima macchina sospetta.
E adesso, la fronda interna
Quello che rende questa storia davvero esilarante (o tragica, scegliete voi) è che a suonare l’allarme non è un’opposizione arrabbiata o qualche attivista da tastiera, ma un assessore in carica. Uno che, in teoria, dovrebbe avere un mazzo di chiavi in mano, e non solo quella della porta dell’ufficio.
E Castiglioni mica fa finta di niente. Dice chiaro e tondo che il dialogo con Forze dell’Ordine e Prefettura è evanescente, che servirebbe una linea più “fitta e puntuale” – insomma, qualcosa che somigli vagamente a una politica di sicurezza seria. Magari, dico, coordinata, con dei numeri, dei controlli, delle pattuglie. Utopia?
La destra che vorremmo: concreta, non solo reattiva
Qui non si tratta di fare il gioco delle parti. Ma è interessante vedere come, anche all’interno di una forza politica che in teoria fa della sicurezza un suo cavallo di battaglia, ci si trovi poi impantanati nella palude delle mezze misure e delle chiacchiere istituzionali. E quando uno come Castiglioni alza la voce, non lo fa per capriccio. Lo fa perché sa che altrove – tipo a Castiglione Olona o Vedano – si sta già pensando di andare dal Prefetto. Non a farsi un caffè, ma a parlare di sicurezza sul serio.
E Venegono? Aspetta.
La sveglia è suonata. Rispondete o continuiamo a dormire?
Questa non è solo una questione di ordine pubblico. È una questione di rispetto. Per i cittadini, per le famiglie, per chi ancora crede che vivere in un paese come Venegono debba significare avere il diritto di passeggiare senza guardarsi alle spalle.
Perché alla fine, qui non si chiede molto: si chiede che le istituzioni facciano il loro lavoro. Che non si sveglino solo quando qualcuno glielo dice. Magari da dentro. Magari in una nota stampa che, a rileggerla bene, ha tutto il tono di un SOS.
Venegono è ancora in tempo per salvarsi. Ma solo se chi amministra capisce che la sicurezza non è un argomento da dibattito, è una responsabilità. E se non lo capisce, be’, magari è ora che se lo senta dire un po’ più spesso. Anche da dentro casa.


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