Varese, ospedale Del Ponte: mattoni, promesse e radar scomparsi
- ventisette.info

- 9 ott
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Avete presente quei cantieri eterni, quelli che fanno invidia persino alla Salerno-Reggio Calabria dei bei tempi? Bene: fate un salto a Varese, zona ospedale Del Ponte. Il Padiglione Michelangelo, quello che dovrebbe accogliere mamme e bambini con decoro e sicurezza, oggi è più simile a un set per un film neorealista italiano che a un centro d’eccellenza sanitaria del Nord.

Pareti scrostate, mattoni a vista, coibentazione come nei casermoni sovietici degli anni ’50. E non è una metafora: stiamo parlando di un polo materno-infantile. Sì, proprio quel posto dove la cura, la delicatezza e l’efficienza dovrebbero essere scontate. Ma tranquilli: l’unica cosa “scontata”, al momento, è l’inazione.
Ad accorgersene – udite udite – è il Partito Democratico. Dopo quattro anni di letargo, si sono svegliati all’improvviso, lanciando il loro proverbiale j’accuse: “Vogliamo risposte da ASST Sette Laghi!”E come non capirli? Dopotutto, un ospedale con la facciata in rovina non fa una gran figura durante la prossima campagna elettorale, specie se ti sei venduto come paladino della sanità pubblica efficiente, umana, moderna. Peccato che la modernità qui sia rimasta incastrata tra una delibera e l’altra, e il “terzo lotto” – che prometteva di cambiare volto alla struttura – sia letteralmente “sparito dai radar”. Forse lo stanno cercando su Google Maps.
La faccenda nasce, per carità, da motivi anche legittimi: la Prefettura chiese nel 2019 la rimozione dei pannelli di copertura per motivi di sicurezza. Ok. Ma dal 2019 a oggi – calendario alla mano – sono passati quattro anni. Un tempo sufficiente per costruire un intero ospedale in Germania, e magari pure con il parcheggio multipiano funzionante (non pervenuto, pure quello).
Nel frattempo, chi ci lavora e chi ci è ricoverato si arrangia. E qui il disagio non è astratto: piove (letteralmente) sul personale sanitario, che continua a fare miracoli in mezzo ai mattoni sbriciolati. Però l’importante è la “transizione ecologica”, giusto? Per la facciata invece, ci penserà la natura. Il muschio già c’è.
Il PD chiede ora “tempi certi e risposte chiare”. Curioso, perché sono le stesse cose che i cittadini chiedono da anni a loro. Ma si sa: quando sei all’opposizione, il dovere civico diventa improvvisamente molto più urgente.
Nel frattempo, ci auguriamo che almeno le cicogne continuino ad atterrare al Del Ponte. Perché tra radar smarriti, lotti fantasma e promesse evaporate, di sicuro qui nessuno ci atterra più da un pezzo.




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