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Varese, il PD riscopre i quartieri (a pochi chilometri dalle elezioni)

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 13 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Colpo di scena! Dopo anni passati nelle stanze (comode) del potere cittadino, il Partito Democratico di Varese si ricorda che esistono i quartieri. E, incredibilmente, ci sono anche dei cittadini che ci vivono dentro. Chi l’avrebbe mai detto?


Varese, il PD riscopre i quartieri (a pochi chilometri dalle elezioni)

È notizia fresca: il PD locale lancia un tour itinerante intitolato “Quartieri al centro”, partendo sabato 18 ottobre da San Fermo. No, non è uno scherzo. Dopo due mandati consecutivi di governo cittadino, si sono accorti che forse è il caso di “ascoltare i problemi della gente”. Applausi.


L’assessore Civati parla di San Fermo come di un “laboratorio di rigenerazione urbana”. A quanto pare, asfaltare due marciapiedi e costruire qualche struttura sportiva rende automaticamente un quartiere un esempio di ingegneria sociale da esportare in Europa. O forse basta semplicemente metterci una targa con scritto "rigenerazione urbana" e la magia è fatta.


Naturalmente, il tour serve anche a “raccontare quanto realizzato”. Perché guai a pensare che sia solo propaganda! È puro spirito di servizio, ovvio. E se poi qualcuno si commuove davanti a un rendering colorato o a una panchina nuova, meglio ancora.


Nel frattempo, l’opposizione – che da anni cerca di ricordare all’amministrazione che fuori da Palazzo Estense ci sono delle periferie vere – viene bollata come la solita guastafeste. Perché si sa: chi critica non capisce, chi chiede risultati è solo un pessimista cronico.


Ma torniamo al PD. Dopo due legislature, la domanda sorge spontanea: se davvero “i quartieri sono al centro”, come mai ve ne accorgete solo adesso? Possibile che fino adesso non ci sia stato il tempo di farsi un giro a San Fermo se non per qualche taglio di nastro? Forse si sono persi il navigatore. O forse, più semplicemente, a ridosso della scadenza del mandato (2027 è dietro l’angolo, politicamente parlando), è tempo di lucidare la vetrina e mettere in mostra quel poco che si riesce a raccontare bene.


A margine, ci permettiamo un consiglio pratico: magari la prossima volta provate a governare ascoltando prima, agendo poi, e infine – eventualmente – raccontando. Perché farlo tutto al contrario, come in questo caso, rischia di sembrare quello che è: una campagna elettorale anticipata, condita da buone intenzioni last minute.


Nel frattempo, San Fermo cambia. Cambia davvero? Chissà. Sicuramente cambierà l’umore di chi abita lì quando si accorgerà che le telecamere se ne andranno, ma i problemi resteranno.

 

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