Varese condanna il Remigration Summit (ma non i propri fallimenti)
- ventisette.info

- 30 ott
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VARESE – A Palazzo Estense, ieri sera, sembrava di essere a teatro. Sul palco, consiglieri impegnati a discutere una mozione del Partito Democratico contro il Remigration Summit di Gallarate.Un evento di mesi fa, in un’altra città. Ma a Varese, si sa, è più facile condannare qualcosa di simbolico che affrontare qualcosa di concreto.

La mozione che arriva tardi (ma giusta per distrarre)
Il documento del PD, firmato Giacomo Fisco, giaceva nei cassetti da settimane. Ora riemerge, proprio quando la città avrebbe bisogno di parlare di sicurezza, commercio, trasporti, e non di convegni su confini e identità.
Ma il gioco è chiaro: spostare il dibattito, accendere il riflettore su “chi sbaglia pensiero”, e far dimenticare le falle della giunta.
Dalla giostra della mozione, il PD ne esce soddisfatto: è riuscito a far discutere tutti, ancora una volta, di qualsiasi cosa tranne che di Varese.
Il centrodestra non abbocca
Mentre la sinistra recita il copione dell’indignazione, il centrodestra sceglie il registro opposto: sobrietà e buonsenso.
La Lega, con Stefano Angei, mette le cose in chiaro: “Parlano di remigrazione per nascondere le loro incapacità amministrative”.
Difficile dargli torto: basta fare due passi fuori da Palazzo Estense per vedere che le priorità sono altre.
Forza Italia e Fratelli d’Italia preferiscono l’astensione, evitando di cadere nel teatrino politico del PD. E fanno bene: non serve partecipare al gioco di chi cerca nemici immaginari per non parlare dei problemi reali.
Il moralismo come sport cittadino
Alla fine, la mozione passa. La maggioranza si applaude da sola.
Missione compiuta: si è condannato un evento, si è invocata la pace universale, e nessuno ha dovuto parlare di conti, burocrazia o sicurezza.
L’amministrazione di sinistra si conferma maestra nella strategia della distrazione, l’arte preferita di chi governa da troppo e risolve troppo poco.
Una città che merita di più
La verità è semplice: Varese non ha bisogno di mozioni ideologiche, ma di idee concrete.
Chi guida la città dovrebbe preoccuparsi meno dei titoli nei giornali e più di quello che succede sotto casa.
Intanto, mentre l’opposizione prova a fare chiarezza e a tenere i piedi per terra, la sinistra locale continua a raccontarsi come l’argine al “male”.
Solo che il male, spesso, è l’incompetenza travestita da virtù.
👉 Morale: se a Varese si discute ancora di un convegno a Gallarate, forse il problema non è chi organizza i summit.
Il problema è chi, da Palazzo Estense, non sa più parlare alla città vera.




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