Tra maltempo, tasse e muri da sistemare: un paese che affronta le difficoltà senza perdere la calma
- ventisette.info

- 24 ott
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A Casorate Sempione, come in tutte le realtà che respirano ancora un po’ di buon senso, anche una bomba d’acqua diventa un caso politico. Perché, si sa, quando non piove, si accusa il Comune di non annaffiare abbastanza; quando piove troppo, si accusa il Comune di non avere l’ombrello giusto.

E così eccoci al nuovo capitolo della telenovela casoratese: palestra chiusa, tassa d’imbarco, e persino un muro che non convince. Ingredienti perfetti per riempire i comunicati stampa dell’opposizione, che evidentemente non ha molto altro da fare tra una “interrogazione” e una riunione di gruppo WhatsApp.
La palestra: quando anche il meteo diventa un oppositore
La palestra comunale è stata chiusa dopo i nubifragi di fine agosto, colpita — letteralmente — da quelle “bombe d’acqua” che hanno messo in ginocchio mezza provincia. Ma per Casorate Aperta, la causa non è mai il maltempo. No, è sempre “la Giunta”, “la pavimentazione”, “il parquet”, “il tetto”, “i controlli non fatti”.
Insomma, manca solo che diano la colpa al sindaco per la legge di gravità.
Eppure, basta guardarsi attorno: in Lombardia, da Busto a Gallarate, palestre e scuole hanno subito danni analoghi. Ma a Casorate, dove l’amministrazione ha avuto il coraggio di chiudere per mettere in sicurezza, diventa un atto di lesa maestà sportiva. Meglio tenere aperto e far correre i ragazzi sulle onde? Forse sì, ma solo nelle fiabe progressiste.
La tassa d’imbarco: 157mila euro e un mistero degno di Agatha Christie
Altro tema scottante: gli arretrati della tassa d’imbarco. Parliamo di 157mila euro. Non milioni, non una tangente da film — ma la minoranza ci costruisce sopra un giallo. L’assessore parla di bollette, il sindaco di sociale.
Panico! Contraddizione! Incoerenza!
In realtà, ci stanno pensando, usare quei fondi per pagare fornitori o sostenere i servizi sociali non sembra esattamente un crimine contro l’umanità. Ma evidentemente a qualcuno non piace l’idea che le tasse vengano usate per fare cose utili invece di restare chiuse in un comunicato stampa.
Il muro della Fimatex: metafora perfetta dell’opposizione
Ultimo capitolo: il muro residuo del vecchio capannone Fimatex. L’intonaco cade, e anche qui la minoranza vede il segno dell’apocalisse. Sarà che in quel muro, un po’ fragile ma ancora in piedi, si specchia bene l’opposizione casoratese: tanto rumore per qualche crepa, nessuna proposta per ricostruire davvero.
Un paese normale, nonostante tutto
Casorate Sempione resta un Comune che fa ciò che deve: chiude quando serve, incassa quando può, ripara quando è il momento. Non serve gridare allo scandalo per ogni goccia di pioggia o per ogni fattura Enel pagata. Serve — forse — solo un po’ di realismo. Quello che, per fortuna, l’amministrazione ha dimostrato di avere, anche quando il cielo decide di metterla alla prova.


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