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Casorate, 11 anni di amministrazione Cassani e la nostalgia di chi non ha governato

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 21 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Mentre qualcuno stila pagelle con la penna rossa, Casorate continua a camminare. Magari con qualche passo incerto, ma sempre in avanti.


Casorate, 11 anni di amministrazione Cassani e la nostalgia di chi non ha governato

C’è un momento preciso in cui capisci che si stanno avvicinando le elezioni: quello in cui l’opposizione smette di sussurrare e comincia a declamare. A Casorate Sempione, il segretario cittadino di un noto partito che ama molto le primavere fiorentine e le sigle, ha fatto il punto sugli ultimi 11 anni di amministrazione Cassani. Non un punto qualunque: un punto esclamativo, seguito da una lunga, accorata lista di doglianze.


Un “report”, lo ha definito. Più simile però a una versione casalinga del libro nero delle amministrazioni locali, in cui si passa in rassegna tutto ciò che, a detta sua, non ha funzionato. Dal cinema parrocchiale (non ristrutturato), al parquet della palestra (sollevato), fino alle sale civiche (troppo care), senza dimenticare i negozi chiusi, le asfaltature rifatte e rifatte ancora, le griglie delle caditoie e persino un centro Alzheimer finito nel vortice delle carte bollate.


Criticare è umano, amministrare è un'altra cosa

Leggere certe uscite è un po’ come ascoltare una recensione negativa su un ristorante in cui il critico non ha mai messo piede in cucina. Tutto è lecito, per carità. Ma la distanza tra lo scrivere un report e governare un Comune è la stessa che separa la teoria dalla pratica.


È facile scattare una fotografia in bianco e nero della realtà, dimenticando i colori – e le sfumature – che l’hanno attraversata. È più complicato, invece, riconoscere i contesti, i vincoli, gli ostacoli strutturali che ogni amministrazione locale affronta quotidianamente. Anche quando ha idee, visione e buona volontà.


Il vizio dei “se” e dei “ma”

Colpisce anche la scelta lessicale: “desolazione”, “declino”, “fragorose balle”. Espressioni forti, di pancia, più da comizio che da proposta concreta. Eppure, è curioso: chi ha fatto della razionalità e del pragmatismo la propria bandiera – almeno a parole – ora si lascia andare a toni che ricordano più il lamento del giorno dopo che l’analisi del giorno prima.


E mentre si sottolineano tariffe alte e lavori imperfetti, nessuno si chiede come sarebbe stato affrontare gli stessi problemi con meno fondi, più burocrazia e un contesto generale tutt'altro che favorevole. Ma si sa, certi dettagli disturbano la narrazione.


E la morale, sempre pronta

Poi arriva la nota personale: il sindaco – geometra di professione – viene dipinto come eticamente discutibile, reo di lavorare nel Comune che amministra. Ora, senza entrare nel merito legale della questione, viene da chiedersi se davvero siamo arrivati al punto in cui un mestiere – purché onesto – possa essere usato come arma politica. Soprattutto da chi, in altri contesti, si fa paladino del diritto al lavoro e alla dignità professionale.


L’invito al cambiamento (o al ritorno?)

Si chiude con una promessa: incontri pubblici, confronto, cambiamento. Bene. Anzi, benissimo. L’unico auspicio è che non si scambi il confronto per nostalgia e che il cambiamento non sia solo un modo elegante per dire “torniamo a prima”. Perché, alla fine, Casorate non ha bisogno di tornare indietro, ma di continuare a guardare avanti. Magari anche accettando che l’imperfezione è parte del gioco. E che fare, a volte, conta più che criticare.

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