Spes, che sorpresa! Cade il CDA e in Comune si ghiacciano anche le sedie
- ventisette.info

- 20 set
- Tempo di lettura: 3 min
Zitti zitti, se ne vanno. Martedì 2 settembre, mentre a Somma Lombardo qualcuno cercava ancora parcheggio, il CDA della Spes ha fatto le valigie. Così. All’improvviso. Senza avvisare troppo, senza spiegare più di tanto. "Concordato", dicono. Ma dalle parti di Palazzo Viani Visconti il termometro delle reazioni ha segnato zero assoluto. Gelo artico. Silenzio glaciale. Ghiaccio secco.

A lasciare il ponte di comando sono stati Mauro Pettinicchio (amministratore delegato), Laura Daverio (presidente) e Giovanni Meneguz (consigliere).Tutti insieme. Tutti d’un colpo. Non è una fuga, sia chiaro, è una decisione condivisa. Così condivisa che il sindaco si è limitato a un messaggio da frigo da supermercato:
“Grazie per il lavoro svolto, auguri e arrivederci.”
Fine. Neanche due righe per un CDA che – almeno a parole – ha gestito patrimoni, farmacie, lasciti, strutture e un bel po’ di soldi pubblici.
Pettinicchio saluta, ma non troppo
Il più loquace del trio, Mauro Pettinicchio, si è congedato con parole tutte zucchero:
"Sono contento di quello che abbiamo realizzato."
Ha citato i soliti "risultati concreti", lo sblocco del Lascito Aielli (che suona come il titolo di una miniserie RAI ambientata in un municipio), e le farmacie comunali che – a quanto pare – stanno in salute meglio dei contribuenti. Poi ha ammesso che le strutture sportive non brillano. Ma nessuno è perfetto, no?
Ma cos’è la Spes? (Per chi paga e ancora non lo sa)
La Spes è la società patrimoniale del Comune di Somma Lombardo, cioè gestisce beni, risorse, soldi, immobili. Il portafoglio, insomma. Non proprio roba da poco. Quando una società così cambia guida a sorpresa, ci si aspetterebbe un minimo di dibattito pubblico, un confronto politico, un gesto di trasparenza. E invece? Sipario, silenzio, e arrivederci.
Il tempismo perfetto (per chi?)
Ora, sarà un caso, ma il CDA si dimette a pochi mesi dalle elezioni comunali. Che tempismo, eh? È come se l’allenatore lasciasse lo spogliatoio proprio prima dei rigori. Sarà una coincidenza. Oppure no.
Perché in certi ambienti – non si può dire, ma si può pensare – le dimissioni servono anche a mettere un punto, magari per evitare di metterci una virgola troppo lunga. O magari per evitare che qualcun altro – con la voglia di capire – cominci a fare domande scomode. Quelle che iniziano con: "Ma i soldi pubblici esattamente dove sono finiti?"
E adesso?
Tocca al sindaco nominare il nuovo CDA. Proprio lui. Lo stesso che ha commentato con l’entusiasmo di un frigorifero spento. Si spera che nella prossima scelta si guardi meno alle tessere e più ai bilanci, meno agli equilibri di partito e più ai risultati veri. Perché gestisce un bel po’ di roba nostra. Di tutti. Anche di chi è stanco di vedere i Comuni trattati come salotti di famiglia, dove le decisioni si prendono tra pochi e si comunicano a nessuno.
Conclusione (amara come certe email di dimissioni)
In politica – ma anche nel pubblico – le sorprese sono raramente belle. E quando tutto viene sbrigato in quattro frasi e una stretta di mano virtuale, il sospetto non è un vezzo: è un dovere. Soprattutto quando si parla di gestione patrimoniale, di società partecipate e di trasparenza. Quella vera, non quella da post su Facebook col logo del Comune.
ventisette.info vi saluta. Noi continueremo a guardare dentro i cassetti, anche quelli chiusi all’improvviso. Perché qualcuno deve pur farlo.




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