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Somma Lombardo: tra ego, partiti e visioni comuni

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 27 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
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Somma Lombardo, se la politica fosse una serie TV, gli ultimi undici anni sarebbero stati il “dramma comico” per eccellenza. Ora, in vista del voto 2026, il palcoscenico si riaccende e il protagonista sembra voler fare da solo. Alberto Nervo dichiara “No partiti, no alleati”. Tradotto: grazie della spinta, Lega, ma ora corro contro di voi. E il sorriso che ne nasce è quello che si ha davanti a un film comico-trash: per non piangere.


Somma Lombardo: tra ego, partiti e visioni comuni

Il nostro eroe, entrò in consiglio grazie al Carroccio. Poi, come in un plot twist da serie Netflix, decide di cambiare canale: dalla Lega a FederalismoSì, sostenuto adesso adesso dal nostalgico “Patto per il Nord” (che qualcuno definirebbe anacronistico, ma diciamo che fa colore). La storia di Nervo racconta di coraggio politico? Sicuro. Ma anche di un rischio evidente: trasformare un progetto civico in un duello personale contro chi, fino a ieri, gli ha spalancato la porta.


Il problema vero è che Somma Lombardo non ha bisogno di eroi solitari, ma di visione comune. Il centrodestra locale è un mosaico di anime: pragmatisti, federalisti, leghisti storici. Tutte legittime, tutte con qualcosa da dire. Ma la frammentazione rischia di consegnare la città all’incertezza, o peggio, a chi negli ultimi undici anni ha mostrato cosa succede quando manca una direzione chiara.


Non si tratta di uniformarsi: nessuno chiede di rinunciare a idee o a identità. Ma correre da soli, con l’idea di “distinguersi da tutti”, può essere un gioco pericoloso. Somma Lombardo merita di più di una partita di scacchi tra ego: merita una squadra compatta, credibile, capace di parlare con una sola voce.


Insomma, il messaggio è sottile, ma il senso è chiaro: chi vuole giocare con il voto dei sommesi dovrebbe ricordarsi che i mandati non si tradiscono, si rispettano. E che, a volte, l’unica mossa davvero vincente è capire che l’unione delle anime del centrodestra può fare più rumore di mille battaglie personali.

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