Solbiate Arno e il miracolo color pastello: a scuola col Feng Shui
- ventisette.info

- 8 ott
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Solbiate Arno – Martedì 7 ottobre: nel cuore pulsante della provincia varesina, mentre il mondo si preoccupa di crisi energetiche, guerre e inflazione, c’è un luogo dove si combatte un’altra battaglia, molto più sottile: quella contro il banco tradizionale. Lì, nella scuola media Galvaligi, è nato qualcosa di “rivoluzionario”: le nuove aule tematiche, ambienti dai colori accesi, arredi morbidi e banchi disposti a cerchio. Perché se c’è una cosa che oggi fa paura più del bullismo, è la linearità.

“Mettiamo gli studenti al centro”, dice la dirigente Concetta Tino, con la convinzione di chi ha appena reinventato la ruota, solo con più imbottitura.
La novità? Ogni materia ha la sua aula a tema. Insomma, niente più aule grigie e monotone, ma veri e propri salotti scolastici, dove l’apprendimento passa dal confronto continuo, dalla collaborazione e, naturalmente, dal colore.
L’educazione secondo Pantone
I banchi sono rossi, verdi, gialli – rigorosamente antigerarchici – e pare che la disposizione a cerchio favorisca la creatività. Una cosa che Platone, Aristotele e forse anche la Montessori avrebbero accolto con un “ma anche no”, ma che oggi rappresenta l’avanguardia.
“Stimoliamo la creatività e il lavoro di gruppo”, dicono gli alunni. E in effetti, in un mondo dove tutti fanno brainstorming ma pochi sanno scrivere in italiano corretto, almeno si è coerenti.
Quello che una volta si chiamava “lezione” oggi è “esperienza immersiva”. Un tempo c’erano i voti, ora c’è la “valutazione formativa continua”. Prima si imparavano le tabelline, oggi si sviluppano “competenze trasversali”. E, con un pizzico di fortuna, anche un vago senso dell’orientamento.
Crowdfunding & Comunità: la rivoluzione parte dal basso (letteralmente)
Va detto: l’iniziativa è stata realizzata grazie a un crowdfunding. Genitori, cittadini e aziende del territorio hanno messo mano al portafogli per questa piccola rivoluzione soffice. Tra i promotori, la Fadis, rappresentata da Debora Carabelli – che non è solo amministratore delegato, ma anche capogruppo di maggioranza. Una di quelle sinergie pubblico-privato che, se solo si lasciassero libere di agire più spesso, forse avrebbero già sistemato anche i bagni delle scuole.
Ecco il bello (e il sottovalutato): qui non si è aspettato il ministero, il PNRR o l’intervento delle stelle. Si è fatta comunità, con buona pace di chi pensa che la solidarietà si pratichi solo twittando indignazione.
Il dubbio sussurrato
Ora, nulla da eccepire sul fatto che i ragazzi meritino spazi dignitosi. Ma viene il dubbio: tra i banchi fluo e gli arredi ergonomici, lo spazio per imparare a pensare – quello vero – c’è ancora? O rischiamo di crescere generazioni abilissime a lavorare in gruppo, ma incapaci di leggere una pagina senza emoji?
Non è nostalgia, è attenzione: perché mentre si costruiscono classi a forma di arcobaleno, qualcuno dovrebbe ricordarsi che la scuola resta, prima di tutto, il luogo dove si impara a distinguere un'opinione da un fatto, un’idea da una sensazione, una regola da un optional.
Conclusione (senza morale)
A Solbiate Arno, oggi, c’è una scuola nuova, colorata e accogliente. E va benissimo così. Ma che nessuno si illuda: l’educazione vera – quella che forma cittadini, non clienti – passa ancora per la fatica del pensiero, il silenzio dell’ascolto e, ogni tanto, anche per il banco in fila e la mano alzata.
Nel dubbio, comunque, il feng shui educativo ha vinto. Con buona pace della lavagna di ardesia.



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