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Sesto Calende, pausa caffè finita: da lunedì si amministra sul serio (forse)

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 24 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

A Sesto Calende l’autunno porta foglie, dimissioni e nuovi sorrisi istituzionali. Dopo la “ritirata strategica” di Michele Ponti, Barbara Mercalli e Cristian Gnodi, la città si prepara al classico rito di ricomposizione: un po’ di consultazioni, qualche telefonata, due o tre riunioni per trovare “la quadra” (che non manca mai), e via, si riparte.


Sesto Calende, pausa caffè finita: da lunedì si amministra sul serio (forse)

Oggi, 24 ottobre, il Consiglio comunale accoglierà le new entry Alessandra Malini ed Elena De Micheli — le prime dei non eletti, ora chiamate a sedersi tra i banchi di Sesto Futura per dare nuova linfa a una maggioranza che ultimamente sembrava più una partita di Risiko che una squadra di governo.


Le sedie musicali del potere

Sarà Pietro Ferrario, salvo colpi di scena, il nuovo presidente del Consiglio comunale. Il nome circolava già da giorni, e pare che a Sesto si siano finalmente decisi a scrivere “fine” sotto la parola “telenovela”. Bene così.


Nel frattempo, il posto lasciato libero da Ponti (quello vero, con deleghe pesanti: Sport, Comunicazione, Politiche giovanili) dovrebbe andare proprio ad Alessandra Malini. Curriculum di tutto rispetto, economia sociale nel sangue e una discreta esperienza amministrativa. Ora, speriamo solo che le lascino fare.


Visioni diverse, ma sempre in direzione contraria

Ponti, nel suo videomessaggio di commiato, è stato chiaro (e anche elegante): le sue dimissioni non sono un colpo di teatro, ma una questione di coerenza. “Visioni diverse”, ha detto. Tradotto: io volevo fare, altri volevano discutere. E in fondo, non serve un esperto di politologia per capire che a Sesto qualcosa si è inceppato: se tre figure centrali si dimettono in blocco, non è proprio il segno di una macchina oliata.


La Lega, prevedibilmente, non ha perso l’occasione per affondare il colpo, parlando di “crisi di fiducia” e di “assenza di direzione”. Parole dure, ma stavolta difficili da smentire.


Ora basta chiacchiere, serve concretezza

Comunque sia: bene, bravi, applausi. Tutto legittimo, tutto democratico. Ma adesso — se non è troppo disturbo — forse sarebbe ora di tornare a governare. Perché la città aspetta risposte vere, non comunicati stampa. C’è sviluppo da pianificare, problemi da risolvere e un tessuto sociale da ricucire. E chi ha l’onore (e l’onere) di amministrare Sesto Calende dovrebbe ricordarsi che la politica serve a questo: a far star bene la cittadinanza, non a contendersi il titolo di chi ha ragione.


Lunedì è vicino: sistematevi, organizzatevi, fate pace con le vostre “visioni diverse”. Poi magari, si ricomincia a lavorare. Come merita Sesto.

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