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Sesto Calende, la commedia dell’arte dei cimiteri: un circo tragicomico in salsa civica

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 21 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Cari lettori di Ventisette, preparatevi a un viaggio nel surreale — quello che si svolge nei cimiteri di Sesto Calende, dove il rispetto per i defunti sembra un optional e il decoro pubblico è un’idea da insegnare a scuola. Perché se c’è un posto dove l’ordine dovrebbe regnare sovrano, è proprio il luogo in cui si onorano i nostri morti. Invece, quello che arriva da Sesto è una vera e propria novella tragicomica in tre atti, con Sindaco, consiglieri delegati e imprese “fantasma” a fare da protagonisti.


La lettera aperta del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia non lascia spazio a equivoci. A pochi giorni dalla commemorazione dei defunti, l’immagine che si respira è quella di un luogo abbandonato: erba alta come un campo di battaglia, buche da fare invidia a una cava di marmo, cancelli che sembrano giocare a “chi apre chiude” con i visitatori. Insomma, un set perfetto per un film horror... ma purtroppo è la realtà.


Ma non finisce qui. Il colpo di scena arriva con la figura del consigliere delegato ai cimiteri, che, invece di risolvere i problemi, sembra passare il cerino acceso ai cittadini stessi per fare da “controllori improvvisati”. Una scena che rasenta il comico: “Vai a vedere se il bagno è pulito” — una richiesta che più che da un amministratore serio sembra uscita da una sit-com degli anni ‘90.


Questa è la summa di un’amministrazione che fa acqua da tutte le parti, incapace di garantire neppure le basi più elementari di civiltà. E il peggio è che questa inadeguatezza si paga con la perdita di fiducia dei cittadini e con furti nei cimiteri, segno che la negligenza non è solo estetica ma anche di sicurezza.


Il messaggio, insomma, è chiaro: non si può più delegare a figure che mostrano chiaramente di non essere all’altezza. Serve un cambio di passo serio, e magari un Sindaco che si rimbocchi le maniche in prima persona, senza nascondersi dietro un velo di “equilibri politici” che ormai puzzano di scuse da circolo ristretto.


Perché il rispetto per i defunti non dovrebbe mai essere politicizzato, ma semplicemente garantito. E chi ha la responsabilità di amministrare non può permettersi di trattare questo tema con superficialità.


In attesa che Sesto Calende torni a essere quel luogo di raccoglimento e dignità che tutti vorremmo, restiamo con l’amaro in bocca — e con una domanda: se neanche i morti hanno diritto a un minimo di decoro, che speranze ha il resto della città?

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