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Sesto Calende, il grande rimpasto e i piccoli silenzi

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 27 ott
  • Tempo di lettura: 3 min
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Venerdì 24 Ottobre 2025, aula consiliare piena, aria tesa e sorrisi di circostanza.

Il Consiglio Comunale di Sesto Calende ha cambiato forma (e forse sostanza): via l’Assessore Michele Ponti, via il Consigliere Cristian Gnodi, via la Presidente del Consiglio Barbara Mercalli. Un tris di dimissioni che, a leggerle tutte insieme, sa più di scossa sismica che di “normale avvicendamento”. Ma tranquilli: secondo la versione ufficiale è tutto sotto controllo.

Certo, come no.


Sesto Calende, il grande rimpasto e i piccoli silenzi

Tre sedie vuote e una narrazione un po’ stanca

Dicono che le dimissioni “non siano un problema”, che “fa parte della fisiologia della politica”. Eppure, quando in un colpo solo se ne vanno un Presidente, un Assessore e un Consigliere, anche il cittadino più distratto un paio di domande se le fa. Non serve essere dei veterani della politica per capire che se i pezzi cominciano a muoversi troppo spesso, forse la scacchiera è diventata instabile.


Ma niente panico, ci dicono: nuove energie, nuove idee. E infatti arriva Peter Ferrario come nuovo Presidente del Consiglio Comunale, Alessandra Malini come Assessore alla Comunicazione, Sport e Politiche Giovanili, ed Elena De Micheli a completare la squadra in Consiglio. La maggioranza tira un sospiro di sollievo, la stampa locale applaude, e qualcuno titola pure con orgoglio: “Maggioranza sempre più rosa!”


Perfetto. Peccato che il colore dei fiocchi conti poco, se la barca continua a beccheggiare.


L’intervento di Fratelli d’Italia: chirurgia senza anestesia

Dal banco dell’opposizione, Fratelli d’Italia non ha girato intorno alle parole.

Ha chiamato la crisi con il suo nome, ricordando che i cittadini meritano sincerità, non comunicati preconfezionati.

“Chiarezza nei ruoli e valorizzazione delle competenze”, ha scritto l’ex Assessore Ponti nelle sue dimissioni — una frase che suona come un’elegante stilettata, di quelle che non fanno rumore ma lasciano il segno.


Il gruppo di FdI ha chiesto ciò che in una città normale dovrebbe essere la base: trasparenza, equilibrio e un Presidente del Consiglio che non confonda il proprio ruolo istituzionale con quello di capo ultras su Facebook.

Richieste banali, si direbbe. Ma nel 2025 sembrano rivoluzionarie.


Quando la comunicazione diventa un boomerang

Spassoso (involontariamente) l’episodio del Vice Sindaco che, appena un giorno prima delle dimissioni di Ponti, dichiarava con entusiasmo che “non c’è alcuna crisi, solo nuove energie”.

E poi, puff, il giorno dopo l’Assessore se ne va.

A quel punto, più che nuove energie, serve un buon caricabatterie politico.


E mentre i comunicati istituzionali provano a tenere in piedi la narrativa della “continuità”, la realtà — quella vera, di piazza, negozi e rotonde — racconta una città che chiede serietà, meno selfie e più risultati. Perché, come ricordano gli stessi consiglieri di FdI, Sesto Calende non è un laboratorio politico né una palestra di rodaggio per chi sogna carriere più grandi.

È casa, storia e lavoro.

E merita amministratori all’altezza, non figuranti di un reality civico.


Il paracadutista e i fili del burattinaio

Nell’intervento in aula, il gruppo di FdI ha usato un’immagine perfetta: quella del paracadutista che succede a un altro, ma rischia di precipitare se i fili restano intrecciati. Una metafora che calza a pennello per descrivere una giunta che, più che decollare, sembra impegnata a non schiantarsi.

E intanto, i sestesi — quelli veri, che lavorano, che tengono viva la città con il commercio, le associazioni e lo sport — osservano con crescente pazienza.


Perché la pazienza, si sa, è una virtù.

Ma non è infinita.


Conclusione (senza moralismi)

Non serve urlare, basta guardare.

C’è chi governa rincorrendo i comunicati stampa e chi preferisce parlare poco e lavorare molto. Chi pensa che la politica sia un mestiere e chi, invece, la vive come servizio.


Ecco, forse il punto è tutto lì: la differenza tra chi cerca un ruolo e chi sceglie una responsabilità. Sesto Calende, nel frattempo, attende risposte vere — e, magari, un po’ di coerenza.

Il resto, come direbbe qualcuno, è solo storytelling.

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