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Sesto Calende e il mistero del “Gestore Unico”: interrogazione, silenzi e qualche sacchetto di troppo

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 24 nov
  • Tempo di lettura: 3 min

A Sesto Calende sta succedendo una cosa curiosa: improvvisamente i rifiuti—quelli veri, non quelli metaforici—sono diventati materia politica ad alta tensione. E non perché qualcuno abbia trovato un tesoro nascosto sotto i cassonetti, ma perché dalla Provincia di Varese è partita un’idea: “E se facessimo un gestore unico per tutto il territorio?” Una domanda apparentemente innocua, un questionario qui, una manifestazione d’interesse là… ed ecco che scoppia il caos.


Sesto Calende e il mistero del “Gestore Unico”: interrogazione, silenzi e qualche sacchetto di troppo

Perché? Perché alcuni Comuni hanno risposto, altri no, qualcuno ha fatto finta di niente, altri hanno storto il naso. Il risultato: percorso rallentato, quasi congelato, e un’atmosfera da “chi ha staccato la spina?”.


Ed è qui che entrano in scena Fratelli d’Italia e Siamo Sestesi

No, non con i forconi. Con un’interrogazione consiliare. Che, per chi non mastica politica locale, è il modo elegante per dire:

“Sindaco, possiamo sapere cosa sta succedendo o dobbiamo leggere tutto dai giornali?”


I due gruppi vogliono chiarezza su cinque punti molto semplici — semplici sulla carta, perché politicamente sono bombe a orologeria.

1. Il Comune è stato coinvolto?

Tipo: il questionario è arrivato anche da noi o si è perso tra una PEC e un cestino della carta?

2. È stata data una risposta?

E se sì: quando, cosa, come e soprattutto perché.(La politica ha questa passione per i perché, e spesso sono la parte più interessante.)

3. La Giunta ne ha parlato?

Perché decidere da soli va bene per scegliere la pizza la sera, un po’ meno quando si parla di servizi pubblici provinciali.

4. Gli altri Comuni della convenzione sono stati sentiti?

Domanda lecita: se condividiamo il servizio, magari prima condividiamo anche l’opinione, no?

5. E il Consiglio Comunale?

Questo è il punto più piccante.

Perché i gruppi dicono, in sostanza:

“Cari amministratori, perché non ne abbiamo parlato tutti insieme visto che qui parliamo di tariffe, costi per famiglie e imprese e organizzazione di un servizio che usiamo ogni giorno?”


Che poi, diciamolo: coinvolgere il Consiglio non è solo elegante, è sano. Tipo i venti minuti di stretching che nessuno fa, ma che eviterebbero problemi più grandi.


Trasparenza cercasi, possibilmente prima della prossima seduta

Nella loro dichiarazione i due gruppi ci vanno leggeri ma non troppo:

tema delicato, decisioni che possono cambiare la vita quotidiana di migliaia di persone, soldi pubblici in ballo…

Insomma: “Ragazzi, non è che stiamo scegliendo il colore delle panchine. Qui serve un confronto vero.”


E infatti chiedono che il Sindaco risponda direttamente in aula nella prossima seduta del Consiglio. Non in un corridoio, non in un comunicato, non con un giro di parole:

in pubblico, davanti a tutti.


Perché tutta questa agitazione?

Perché l’idea di un gestore unico provinciale non è una cosetta da niente:

  • potrebbe cambiare come viene organizzato il servizio;

  • potrebbe cambiare quanto paghiamo;

  • potrebbe cambiare con chi lavoriamo;

  • potrebbe cambiare… praticamente tutto.


E quando qualcosa cambia così tanto, le persone di solito vogliono sapere chi, quando e soprattutto perché.


In sintesi?

Sembra che a Sesto Calende si stia giocando una partita importante e che qualcuno voglia vedere le carte prima che il mazzo sia mescolato.

Non per sfiducia, ma per un principio semplice che nel 2025 dovrebbe essere ovvio quanto la raccolta differenziata:

le scelte che impattano la comunità si discutono con la comunità.


Ora tocca al Sindaco. E alla prossima seduta del Consiglio comunale, promette bene: più che una riunione, potrebbe sembrare una puntata di quelle in cui finalmente si scopre chi ha fatto cosa.

Con una differenza: qui non ci sono detective, solo cittadini che vogliono capire cosa succede ai loro rifiuti… e ai loro soldi.

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