Sesto Calende dice "benvenuto" a Varese Welcome – Quando il turismo non si fa con i post su Instagram ma con visione e strategia
- ventisette.info

- 6 ott
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Ogni tanto la politica locale riesce a sorprendere. E no, non con le solite promesse vaghe o le inaugurazioni delle rotonde con buffet. A Sesto Calende succede qualcosa di raro: si ragiona in grande. Sì, avete capito bene. Grande come “provincia”, grande come “territorio”, grande come “sinergia” (e no, non è solo una parola da convegni con i PowerPoint).

Il buongiorno arriva da Fratelli d’Italia, che il giorno 3 ottobre 2025, per chi ama segnare le date nei calendari civici – ha protocollato una mozione per portare Sesto Calende dentro la Fondazione “Varese Welcome”. Tradotto dal politichese: vogliono che il Comune entri ufficialmente in quella cabina di regia dove si decide come promuovere il nostro territorio a chi viene da fuori. Ma soprattutto come farlo seriamente, non a colpi di hashtag e selfie al tramonto.
Turismo: basta slogan, servono alleanze
Sì, è vero, “turismo” è una parola buona per tutte le stagioni. Ma questa volta il progetto ha qualcosa di diverso. Non è un volantino patinato da infilare nelle buche delle lettere né un’idea da 15mila euro per rifare il logo del Comune con un font più “giovane”. È un'adesione vera, sostanziale, ad un'idea strategica di territorio, coordinata dalla Camera di Commercio di Varese, con obiettivi chiari: promozione integrata, attrazione di investimenti, identità locale forte.
Sesto Calende, con la sua posizione tra lago, fiume e collina, ha sempre avuto una vocazione turistica naturale. Ma troppo spesso è rimasta lì, sulla carta. O peggio, lasciata in balia delle buone intenzioni e delle cartoline appese in municipio.
Questa mozione invece — firmata da Mario Boatto e Marco Limbiati — vuole rompere quella solitudine da campanile e portare il Comune in rete con gli altri enti del territorio. E se vi sembra una roba da sinistra progressista globalista, fatevi un giro nella strategia della Fondazione: si parla di concretezza, di brand territoriale, di competizione. Parole che suonano meglio quando a dirle non sono consulenti in smartworking da Milano, ma amministratori locali con la schiena dritta.
E ora? Si passi dalle parole ai fatti
La palla ora passa al Sindaco e alla Giunta. Tocca a loro attivare l’iter, stanziare la quota di partecipazione e firmare l’accordo. Un passo che, se fatto bene, può finalmente trasformare Sesto da “bella ma poco conosciuta” a “meta turistica strutturata”.
Non è rivoluzione, sia chiaro. È buon senso. Quello che spesso manca, ma che quando c’è... si fa notare




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