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Saronno, pentole per la pace (ma ancora questi davvero fanno?)

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 31 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
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Martedì 4 novembre, ore 18: piazza Libertà si prepara a diventare di nuovo un’arena geopolitica. Non bastavano i cantieri, le buche e i parcheggi che spariscono come miraggi — ora ci si mette pure la diplomazia da marciapiede: arriva il presidio “per Gaza”, con tanto di tamburi, fischietti e pentole.

Perché, si sa, nulla ferma i bombardamenti come un mestolo agitato a Saronno.


Saronno, pentole per la pace (ma ancora questi davvero fanno?)

Sul manifesto c’è scritto “Restiamo al fianco del popolo palestinese”. Tutto molto nobile, certo. Ma a forza di restare “al fianco” di qualcuno, qui rischiamo di non camminare più dritti. E soprattutto: ma ancora questi, davvero fanno? Ogni settimana più o meno la stessa scena — cori, slogan e selfie di gruppo per salvare il mondo a colpi di hashtag.


Intanto, in Parlamento, persino una deputata dell’opposizione (quindi non certo amica del governo) ha detto chiaramente che queste manifestazioni “pro-pal” servono più a sfogare il disappunto contro l’esecutivo che a cambiare qualcosa in Medio Oriente.

Tradotto: Gaza come pretesto, pentole come megafono del malcontento. Ma va bene così, eh — almeno finché non si superano i 90 decibel.


Gli organizzatori invitano tutti a “non lasciare in pace chi fa la guerra”. Peccato che, alla fine, gli unici a non essere lasciati in pace siano i saronnesi che alle 18.30 stanno solo cercando di tornare a casa, magari con la spesa che gocciola nel sacchetto, e si ritrovano in mezzo a cori e battiti tribali contro Israele, gli Stati Uniti, il capitalismo e probabilmente pure la maionese industriale.


Saronno è piccola, certo, ma nel suo piccolo si conferma laboratorio politico di un certo tipo di “militanza da piazza”: quella che confonde la protesta con l’intrattenimento, e la geopolitica con una story su Instagram.

Alla fine resta la solita domanda: ma davvero pensano che qualcuno a Gaza senta i loro tamburi?

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