Saronno, mamma e bimba investite in via Marconi. Ma tranquilli, il traffico è stato gestito "alla grande".
- ventisette.info

- 19 set
- Tempo di lettura: 2 min
Ore 9:20 del mattino, Saronno. Una mamma con in braccio la sua bambina di 7 mesi attraversa via Marconi – strada che, come molte arterie urbane italiane, è diventata nel tempo un incrocio tra un rally non autorizzato e una pista da curling, con le precedenze interpretate come consigli, e non come regole.

Una pensionata alla guida di un’utilitaria le investe. Bimba e mamma finiscono a terra. Ambulanze, Polizia Locale, sirene, folla, panico, viabilità bloccata. Ma la buona notizia è che – miracolosamente – nessuna delle due è in pericolo di vita.
La notizia cattura subito l’attenzione: una bambina di pochi mesi, una mamma che la accompagna a piedi, investite da una persona anziana al volante.
E, come spesso accade, la macchina della narrazione si mette in moto:
🛑 “La colpa è delle strisce pedonali poco visibili”
🛑 “Forse la pensionata era disorientata
🛑 “Il traffico, si sa, è stressante…”
Eppure nessuno, o quasi, osa sfiorare l’argomento più scomodo: la sicurezza stradale nelle mani di chi, magari, ha già dato.
Ora, parliamoci chiaro. Chi scrive non ha nulla contro i pensionati – anzi, Dio benedica chi ha costruito questo Paese quando c’erano ancora i mattoni, e non solo le slide e i bonus. Ma forse – dico forse – una riflessione sul rinnovo delle patenti oltre una certa età andrebbe fatta con meno buonismo e più pragmatismo.
Perché siamo tutti d’accordo: la dignità delle persone anziane va rispettata. Ma anche quella delle mamme che attraversano con le figlie in braccio, magari credendo ancora che il pedone abbia la precedenza, invece che un bersaglio sulla schiena.
Il traffico? Bloccato.
Ore di coda fino al cimitero – che è un luogo evocativo, se vogliamo essere cinici. E nel frattempo, chi gestiva la viabilità? La gloriosa Polizia Locale, che ha saputo regolare il tutto con la stessa efficienza con cui il Wi-Fi funziona durante un temporale.
Cosa resta?
Una città ferma, una paura che resta, e nessuno – proprio nessuno – che osi dire ad alta voce quello che tanti pensano sottovoce: che la sicurezza non è democratica, e che ci sono momenti in cui serve più ordine, più selezione, e magari anche qualche controllo in più.
Perché no, non basta aver superato i 18 anni (o i 70) per essere automaticamente idonei alla guida.
E non basta “essere dispiaciuti” per cancellare un errore.
Soprattutto quando dall’altra parte c’è una carrozzina.
Benvenuti su ventisette.info, dove certe cose si dicono – magari con un sorriso. Ma si dicono.
Alla prossima.




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