Saronno e la sicurezza immaginaria: l’arte di dare la colpa agli altri
- ventisette.info

- 16 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Benvenuti a Saronno, la città dove la sicurezza è una questione filosofica. Perché in Consiglio comunale si dibatte, si teorizza, si fa sociologia da caffè – e intanto fuori, tra baby gang, spacciatori e risse serali, la realtà si prende la scena. Ma tranquilli, il problema non è mica l’amministrazione locale. No no, è colpa del governo. Sempre. Come da tradizione.

L’ultima uscita è firmata Tu@Saronno, che, invece di farsi due domande su cosa stia facendo (o non facendo) l’attuale Giunta, ci regala una perla: “La mancanza d’inclusione porta a crimini di varia entità”. Tradotto: se vieni incluso, diventi un cittadino modello. Se ti senti escluso, è quasi naturale che ti metti a rubare il cellulare a una vecchietta. Certo, logica ineccepibile.
Ora, con tutto il rispetto per le buone intenzioni e per i corsi di yoga sociale, ma forse qui stiamo un tantino esagerando. Non è che ogni maranza con il coltello in tasca sia lì solo perché non l’hanno iscritto a minibasket. E soprattutto: inclusione non vuol dire impunità.
A Saronno la microcriminalità c’è, si vede e si sente. E chi vive nei quartieri lo sa bene. Ma mentre Fratelli d’Italia chiede più forze dell’ordine e controlli, la risposta è sempre la stessa: "Aspettiamo il governo". Che è come se il sindaco di un paese in fiamme dicesse: “Aspettiamo che piova”.
La verità è scomoda: la sicurezza parte anche (soprattutto) da chi governa la città, non solo da Roma. Ci sono strumenti a disposizione – telecamere, agenti di polizia locale, pattugliamenti mirati, controlli nei luoghi critici – ma servono volontà e priorità chiare. Basta parole, iniziate a fare.
Perché quando un cittadino viene scippato sotto casa, non gli interessa molto della strategia nazionale di inclusione o dei flussi migratori. Vuole solo che chi delinque venga fermato. Punto. E non con abbracci collettivi o gruppi di ascolto, ma con la legge. Quella vera, applicata.
Siamo stanchi di chi predica bene e razzola nella nebbia. Di chi parla di "trasformare gli emarginati in cittadini attivi", ma nel frattempo ignora chi paga le tasse e vive nella paura. La sinistra si guarda sempre attorno per puntare il dito. Ma forse è ora che si guardi allo specchio.
E magari si chieda: cosa stiamo facendo noi, qui, adesso, per garantire la sicurezza a Saronno?




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