Saronno e la Polfer: quando anche il centrosinistra fa qualcosa che sembra funzionare
- ventisette.info

- 23 ott
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Chi avrebbe mai detto che Saronno, fulcro nevralgico del pendolarismo lombardo (e non solo), avrebbe finalmente ottenuto un presidio fisso della Polizia Ferroviaria? Eh già, dopo anni di attese, proteste (da parte di chi, lo scopriremo a breve), e dichiarazioni da campagna elettorale, la tanto sbandierata “sicurezza” sembra fare il suo timido ingresso in città.

La notizia è stata ufficializzata con grande enfasi dal PD locale, che come da copione si è affrettato a rivendicare il merito del risultato, sottolineando il “lavoro di squadra” e la buona volontà di tutti gli attori coinvolti. La sindaca Ilaria Pagani, con la consueta grazia istituzionale, ci ricorda che la sicurezza “non ha colore politico” e che questa operazione sarebbe un passo decisivo per tutelare i pendolari e i cittadini da furti e aggressioni.
Peccato che, come spesso accade, dietro le lodi e le celebrazioni, si nasconda un gioco di responsabilità ben più contorto. Il PD, infatti, ha dovuto smentire polemiche interne sulla presunta ostruzione all’arrivo della Polfer: a quanto pare, secondo il capogruppo, parlare di boicottaggio sarebbe “grottesco”. Grottesco, sì, ma non troppo sorprendente per chi conosce la capacità di certe amministrazioni di intestardirsi su piccoli giochi di potere, lasciando che la città resti per anni scoperta e vulnerabile.
E ancora più curioso è scoprire che gli spazi per la Polfer non dipendono dal Comune, ma da Ferrovienord, che – una volta ricevuto il via libera ministeriale – ha fatto quello che chiunque con due dita di fronte avrebbe fatto: individuare locali adeguati. Insomma, il PD ha fatto un grande show, ma la sostanza del lavoro operativo pare essere stata gestita da altri.
Naturalmente, il sindacato della sicurezza urbana prosegue con la solita retorica: la Polfer “non è un punto d’arrivo, ma un tassello di un progetto più ampio per una Saronno più sicura e vivibile”. Una frase perfetta da slogan, ma che in passato ha spesso significato “parole al vento” e “promesse rimandate”.
È un sollievo vedere finalmente qualche passo avanti, ma non si può non chiedersi: se la sicurezza è davvero una priorità, perché è servito così tanto tempo e quante altre occasioni perse si sono nascoste dietro incomprensioni e ritardi? Forse perché la buona volontà, nei palazzi del centrosinistra, è una risorsa limitata e spesso sacrificata sull’altare delle contese politiche interne?
Saronno avrà finalmente la Polfer, e questo va riconosciuto. Ma non dimentichiamo che una sicurezza vera, concreta, non si improvvisa con una passerella istituzionale: serve chiarezza, rigore e soprattutto efficienza, qualità che troppo spesso sembrano mancare quando a governare sono quelli che si autodefiniscono “progressisti”. Alla fine, le persone comuni chiedono semplicemente di sentirsi sicure, non di assistere a teatrini politici.
Quindi benvenuta Polfer a Saronno, meglio tardi che mai. Ma speriamo che questo presidio sia il segnale di un cambio di passo reale, e non solo l’ennesima fotocopia delle promesse di sempre.




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