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Saronno e il parco mai aperto: l’arte del rinvio secondo la Giunta Pagani

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 29 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
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A Saronno, il Parco del Santuario è diventato più di un luogo verde: è un’icona, un simbolo, un monumento… al rinvio. Due anni di lavori, milioni spesi grazie all’abilità progettuale dell’amministrazione Airoldi, e oggi il parco resta chiuso. Perché? Mistero degno dei migliori thriller.


Saronno e il parco mai aperto: l’arte del rinvio secondo la Giunta Pagani

Il sindaco Ilaria Maria Pagani e la sua Giunta, a quanto pare, hanno deciso di trasformare un parco pronto all’uso in un’esperienza concettuale. Aprire i cancelli? Troppo banale. Meglio lasciare che i cittadini si godano… il panorama dei cancelli chiusi. Le famiglie continuano a chiedersi se potranno mai fare una passeggiata, i bambini se potranno mai correre sui vialetti nuovi di zecca, e tutti noi se la politica locale sia davvero una forma d’arte moderna.


Non mancano i dettagli: il parco è dotato di impianti di videosorveglianza, illuminazione, servizi igienici e persino un palco permanente. Tutto pronto. Tutto sistemato. Tutto… inutilizzato. L’albero caduto sulla copertura? Sistemato. I sopralluoghi della nuova Giunta? Fatto. Ma aprire? Qui il concetto sembra un’idea rivoluzionaria.


Un cittadino, con coraggio e buon senso, ha deciso di rompere il silenzio e chiedere “chiarezza e tempi certi”. La sua lettera è elegante, ma tagliente: chiede ciò che dovrebbe essere ovvio, eppure sembra una richiesta da fantascienza.


In sostanza, Saronno oggi ha un parco “da vedere” ma non da vivere, un investimento pubblico trasformato in opera di contemplazione… a distanza. È l’ennesima lezione: a volte non basta fare bene, bisogna anche avere voglia di farlo vedere. E qui, la Giunta Pagani eccelle: nella strategia del silenzio, nell’arte del rinvio e nella sublime capacità di non aprire ciò che è già pronto.


Se qualcuno volesse entrare, per ora l’unico percorso è attraverso l’immaginazione… e forse, alla fine, è proprio questo il nuovo spirito saronnese: verde, ordinato, e rigorosamente inaccessibile.

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