Rari Nantes Saronno: orgoglio, corsie e quella cosa chiamata meritocrazia (che funziona ancora, quando la lasciano fare)
- ventisette.info

- 19 set
- Tempo di lettura: 3 min
C’è un angolo d’Italia dove, tra una vasca e l’altra, il talento si misura in centesimi di secondo e non in hashtag motivazionali. Un posto in cui i ragazzi si svegliano all’alba non per scrollare TikTok, ma per tuffarsi in piscina e dare il massimo. E non “per partecipare”, ma – udite udite – per vincere.
Benvenuti alla Rari Nantes Saronno, stagione 2024/25: record, medaglie e orgoglio locale a cloro pieno.

La vasca come scuola di vita (senza bonus, però)
Mentre altrove si discute se la competizione traumatizzi i bambini o se sia giusto dare un premio anche a chi arriva ultimo “per non farlo sentire escluso”, qui si ragiona diversamente: quasi il 100% degli atleti qualificati ai Campionati Regionali. Quasi il 100%, capito? Non è un dato, è una dichiarazione d’intenti. E anche un modo elegante per dire: il lavoro paga, e non c’è algoritmo che tenga.
Dieci atleti ai Criteria Nazionali e ai Campionati Italiani di Categoria. Record societari aggiornati. Un settore Master che non solo si diverte, ma fa pure tremare i podi nazionali.E poi c’è lo spirito di squadra, quello vero, che non si costruisce con le parole nei corridoi ma con l’acido lattico nei muscoli e il fiato corto negli ultimi 25 metri.
Psicologhe sì, ma con stile
Per carità, non manca un tocco di modernità: arrivano anche le psicologhe sportive – figura oggi imprescindibile per ogni società seria. Ma non per “liberare l’energia del bambino interiore”: si lavora sull’ansia da prestazione, sulla gestione della gara, sull’equilibrio emotivo, cioè sulle cose vere che servono quando il cronometro corre e tu sei solo con te stesso e la corsia.
E no, qui non si bruciano tappe. Gli esordienti restano esordienti – cioè si cresce per gradi, come si dovrebbe fare in ogni ambito della vita, dallo sport alla scuola, fino alla società civile. Perché forse – lo diciamo piano – correre troppo non è sempre sinonimo di progresso. Ogni tanto fermarsi e costruire bene è rivoluzionario. E di destra. Ma questo non si può dire.
Master: fitness, competizione e facce serie
Nel settore Master, la filosofia è chiara: “fun, fitness & competition”. Che tradotto significa: ci si diverte, ci si tiene in forma, ma quando si parte, si nuota per vincere. Perché l’età è solo un numero, ma il podio resta podio, anche a 50 anni. E un secondo posto ai Campionati Italiani invernali, più un primo posto nel circuito nazionale Supermaster nella fascia C, non si ottengono con le chiacchiere da spogliatoio.
Cosa ci insegna tutto questo?
Che quando una realtà sportiva funziona, lo fa perché mette al centro il merito, la disciplina e la coerenza. E magari anche un po’ di spirito nazionale, senza troppe bandierine arcobaleno e proclami sulla “diversità”. Qui si vince con lo sforzo quotidiano, con l’allenamento, con il rispetto dei ruoli e dei tempi. Nessuno spazio per il pressapochismo o per il “tanto va bene lo stesso”.
E guarda caso… funziona.
2025/26: avanti così
Ora si riparte, con nuovi obiettivi, uno staff rafforzato, e il solito spirito da caserma acquatica. Niente illusioni, niente premi consolatori. Solo l’idea, sempre un po’ rivoluzionaria, che dallo sport si esce migliori solo se ci entri con rispetto e ne esci con sudore.
La Rari Nantes Saronno è pronta. Il resto del Paese, forse, dovrebbe prendere appunti.
Benvenuti su ventisette.info, dove si nuota controcorrente – ma con stile. Alla prossima bracciata.




Commenti