Quando anche il PD si sveglia (troppo tardi)
- ventisette.info

- 3 ott
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A Somma Lombardo l’autunno arriva con qualche folata di vento, foglie che cadono e... un’improvvisa amnesia collettiva in consiglio comunale. Strano fenomeno atmosferico, a giudicare dai colpi di tosse, le teste che ondeggiano, gli sguardi in cerca di una via di fuga. Soprattutto quando si parla di Mossolani, Spes, e di un assessore che oggi sembra un po’ meno assessore di ieri.

Sì, proprio lui: Edoardo Piantanida Chiesa, quello che sembrava intoccabile, gran gestore dello sport sommese – a detta sua e della sua squadra – che ora scopre che nemmeno tra le sue fila tutti brindano al suo operato. Ma guai a dirlo apertamente: la linea è quella del silenzio, magari qualche occhiata eloquente, un sorrisetto tirato, e poi tutti a casa. Anzi, no: tutti in maggioranza, ché la poltrona è sacra.
Ma c’è chi ride sotto i baffi. Gerardo Locurcio, ad esempio. Che un anno fa – vi ricordate? – aveva già suonato il campanello d’allarme. Diceva che così non si poteva andare avanti, che la gestione sportiva della città faceva acqua da tutte le parti. Ovviamente fu bollato come “divisivo”, “poco costruttivo”, forse anche “poco allineato al progetto di centrosinistra”. Poi è successo che il Mossolani ha chiuso. E che il Cda della Spes si è alzato e se n’è andato. Letteralmente. Dimissioni in blocco. Così, a tradimento.
E adesso? Adesso il PD avrebbe addirittura pensato di togliere la delega allo Sport. Avrebbe.
Ma non l’ha fatto. Perché? Perché le elezioni del 2026 si avvicinano, e in certi ambienti meglio perdere credibilità che perdere voti. Anzi, diciamola tutta: meglio proteggere l’alleato interno, anche se zoppica, che affrontare il rischio di mostrare al pubblico l’immagine di una maggioranza che non tiene più.
Nel frattempo, Locurcio osserva e sorride. Forse un po’ amaro, perché il “ve l’avevo detto” non consola mai quando a rimetterci sono i cittadini. Ma almeno oggi è chiaro a tutti che la sua voce non era quella di un guastafeste: era semplicemente una voce fuori dal coro. E si sa, chi stona in anticipo a volte è solo in grado di sentire la nota giusta prima degli altri.
La realtà è che il caso Mossolani – come quello Spes – non è un incidente. È il frutto maturo di una gestione che ha preferito chiudere gli occhi sui problemi, piuttosto che affrontarli. E ora che la verità è venuta a galla, la risposta del palazzo è quella di sempre: evitare la resa dei conti, confondere le acque, tirare a campare.
Ma i cittadini non sono stupidi. E nemmeno smemorati.




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