top of page

Oliverio e la 167Gang: quando la “ri-educazione” diventa un optional

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 28 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
Felpa Uomo “BBQ Burger Edition” – Dreska
From€28.00
Acquista

VARESE – Se la trap fosse un manuale di vita, qualcuno dovrebbe spiegare a Mattia “The Future” Oliverio che certe strofe non si trasformano in diplomi di buon cittadino. Il trapper della 167Gang di Malnate resta in carcere dopo l’operazione Note Stonate, che ha squarciato il sipario su un presunto giro di droga e armi tra Varesotto e Milanese.


Oliverio e la 167Gang: quando la “ri-educazione” diventa un optional

La difesa ci prova: poca droga, uso personale, niente armi in casa. Tutto “parlato”, tutto da ascoltare e interpretare. Peccato che le intercettazioni raccontino un’altra storia: Oliverio compare nei dialoghi dei fattorini, nei giri di consegne, nei racconti di chi davvero maneggiava la merce. Tradotto: parole, parole, parole… ma con le pistole e i fucili puntati negli spazi verdi di Malnate. Il Gip Buffa non ha avuto dubbi: pericolo di inquinamento probatorio, rischio di reiterazione del reato, carcere necessario.


E qui veniamo al punto dolente: il nostro sistema penale ama parlare di rieducazione come fosse una bacchetta magica. Ma quando ci sono Kalashnikov, cocaina e fucili a pompa in gioco, la bacchetta serve solo a fare scena. Oliverio non è un caso isolato: in tutto sono undici le persone finite in carcere, con obblighi di firma e arresti in flagranza a completare il quadro. Gli agenti hanno scoperto un vero e proprio mini-esercito di pusher armati fino ai denti, che nei boschi tra Malnate e Vedano Olona facevano affari come in un videogioco.


Per chi sogna la “ri-educazione”, tutto questo è forse un po’ fastidioso: le parole non bastano quando qualcuno maneggia armi da guerra e spaccia sostanze letali. Per chi ama la legge e un minimo di buon senso, resta una certezza: ci sono azioni che vanno punite, non spiegate.


Oliverio resta in carcere. E mentre qualcuno sogna percorsi di reinserimento con rapper e trapper, la società reale continua a chiedere sicurezza. Perché a volte, tra parole e pistole, la scelta tra tolleranza e fermezza non è nemmeno difficile da fare.


Commenti


bottom of page