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Mesenzana: quando un villaggio, due rovine e un ingegnere bastano a farti sentire nel posto giusto

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 22 set
  • Tempo di lettura: 2 min

Siamo abituati a pensare che la cultura stia nei palazzi delle metropoli, tra eventi esclusivi con hashtag d’obbligo e mostre che non si capiscono nemmeno dopo la terza audioguida. Poi, per fortuna, arriva Mesenzana.


Mesenzana: quando un villaggio, due rovine e un ingegnere bastano a farti sentire nel posto giusto

Sabato 27 settembre, mentre qualcuno perderà tempo in code per entrare all’ennesima installazione "immersiva", ci sarà chi camminerà tra boschi veri, rovine vere e storie vere, in un piccolo borgo che non ha bisogno di slogan. Solo di memoria. E gambe.


Il Comune e l’associazione Terra Insubre (che già dal nome lascia intendere una certa idea di radici poco negoziabili) hanno pensato bene di organizzare una giornata dal titolo semplice ma efficace: "Piccoli luoghi, grande cultura". Che detto tra noi, suona come una sottile ma doverosa vendetta contro chi pensa che fuori dal Raccordo Anulare ci sia solo nebbia e ignoranza.


📜 Celtici, medievali e morti scomodi

Il percorso inizia a Cavojasca, villaggio antico più dei cinghiali che lo abitano oggi, risalente – udite udite – al 300 a.C. Qui si respirano secoli di storie, e anche un certo mistero: l’ultima abitante di Cavojasca, nel 1943, venne fucilata dai tedeschi. La versione ufficiale dice una cosa, il figlio “difficile” della donna ne suggerisce un’altra. Ma si sa, la storia locale spesso è più intricata di quella scritta nei libri. E molto più interessante.

Poi si prosegue verso la torre medievale, simbolo del paese e monumento che ha avuto la sfrontatezza di restare in piedi senza bisogno di restauri milionari, influencer o fondazioni “inclusive”.


⚙️ Ramelli, Rampini e la cultura che gira

Gran finale in municipio, dove si parlerà di Agostino Ramelli, ingegnere del ‘500, nato proprio a Mesenzana, che inventò aggeggi per i re di Francia e Polonia. E no, non per la TV satellitare, ma per cose serie.A raccontarcelo ci sarà Massimo Rampini, che presenterà la sua “Biblioteca per gottosi” – un’opera che sembra uscita da una puntata steampunk di Ulisse il piacere della scoperta, ma che in realtà funziona ancora oggi, ed è più elegante di qualsiasi iPad con la cover a fiori.


🧀 Cultura sì, ma con l’aperitivo

Il tutto si chiude alle 18.45 con un apericena offerto (che è la parola d’ordine per convincere anche chi ancora non ha capito se preferisce il medioevo o Netflix). Partecipazione gratuita, serve solo iscriversi. Niente green pass, niente test di inglese, niente QR code da scansionare con il pensiero.


🚶‍♂️ Perché vale la pena?

Perché oggi parlare di radici, identità e memoria fa più scandalo di un post scorretto. E invece Mesenzana lo fa alla luce del sole, senza megafoni. Ti mostra cosa eravamo, cosa siamo, e cosa – magari – potremmo tornare a essere, se solo imparassimo a prenderci cura di quello che ci appartiene.

Anche se è nascosto tra le fronde di un bosco.

 

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