Coltellate al bar e silenzi istituzionali: bentornati nel Far West padano
- ventisette.info

- 15 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Benvenuti a Mesenzana, dove alle 9 del mattino si litiga per un tavolino e si finisce accoltellati. No, non è un trailer di un film pulp girato in un sobborgo messicano, è la cronaca nuda e cruda di un martedì qualsiasi nella nostra amata provincia. E no, non stiamo parlando di Caracas, ma di un bar della “Vecchia Filanda”, proprio qui, a due passi da casa.

Un 45enne con precedenti – sì, sempre loro, quelli che “hanno pagato il loro debito con la società” e poi tornano tra noi come se nulla fosse – ha pensato bene di risolvere una banale discussione a colpi di coltello. Il risultato? Un ragazzo di 28 anni in gravi condizioni e un’altra mattinata tranquilla trasformata in scena da bollettino di guerra urbana.
E mentre i carabinieri fanno il loro lavoro con una prontezza che meriterebbe applausi (sempre pochi per chi tiene ancora in piedi un sistema che traballa), il silenzio delle istituzioni locali è assordante. Zero dichiarazioni, zero indignazione. Forse sono troppo impegnati a tagliare nastri e promuovere iniziative per accorgersi che la gente ha paura anche solo ad andare a bere un caffè.
Siamo onesti: quante scene così abbiamo già visto in provincia? E quante ancora dovremo vederne prima che qualcuno si decida a dire – e soprattutto a fare – qualcosa di serio?
La verità, anche se non è elegante dirla, è questa: stiamo lentamente scivolando verso una situazione che ricorda più certi angoli del Sud America che la tranquilla Lombardia che conoscevamo. Sì, quella Lombardia dove una volta le porte si lasciavano aperte e i litigi si risolvevano al massimo con una stretta di mano o una bestemmia sussurrata.
Oggi invece volano coltelli. E domani?
Il problema non è solo l’episodio – grave, certo – ma il contesto che lo rende possibile: una società sempre più sfilacciata, dove l’idea stessa di ordine pubblico è diventata una barzelletta e chi la invoca viene guardato come un reazionario nostalgico.
Noi diciamo: basta.
Basta con la narrazione secondo cui “sono solo casi isolati”. Basta con l’idea che chiedere sicurezza sia sinonimo di intolleranza. Basta con questo teatrino in cui chi delinque trova sempre una scusa e chi lavora onestamente deve sperare di non essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Serve ordine. Serve disciplina. Serve una politica che abbia il coraggio di rimettere dei limiti, e farli rispettare.
E se chi governa – a livello locale e nazionale – non è in grado di garantire nemmeno la sicurezza in un bar di provincia, allora è legittimo chiedersi a cosa servano
.Perché la pazienza della gente ha un limite. E a Mesenzana, quel limite è stato superato.


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