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La solita minestra (scaldata male)

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 20 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Non che ci stupisca. Vaccariello e il suo circolo di nostalgici del nulla sono maestri nel ribadire l’ovvio, ma restano sistematicamente immobili di fronte alla realtà: quella che richiede decisioni, coraggio, e – osiamo dirlo – una visione concreta di sviluppo. Quella che guarda a Malpensa non come una minaccia da sopravvivere, ma come un’opportunità da coltivare.



E proprio qui casca l’asino (senza offesa per l’asino). Si accodano pure al nuovo gruppo “Sopravvivere a Malpensa” – titolo che già trasuda vittimismo anni ’90 – dimostrando una volta di più che per loro il massimo dell’ambizione è “resistere”. Resistere al rumore, al traffico, allo sviluppo, al cambiamento. Bravi, così si resta esattamente dove si è: fermi.


E a proposito di déjà vu politici, ci sarebbe anche da segnalare che la famosa “tangenziale” era già stata proposta anni fa da un ex segretario cittadino di Forza Italia, che – guarda caso – oggi milita proprio in Azione. Che coincidenza, vero? Cambia la maglietta, ma lo spartito è sempre lo stesso. E così quella che era un’idea abbandonata torna improvvisamente di moda… non appena cambia la casacca.


Collaborare è una parolaccia?

Noi, invece, una proposta ce l’abbiamo. Non urlata, non infiocchettata da comunicati stampa. Ma chiara. Serve una strategia che collabori con Malpensa, non che la consideri un ospite sgradito. Serve investire nelle infrastrutture, sì – ma per aprire la città, non per rinchiuderla dietro una tangenziale che, se anche arrivasse, non risolverebbe nulla senza una visione economica e territoriale più ampia.


Il nodo vero non è via Giusti. Il nodo è una politica sommese che guarda sempre e solo al problema, mai alla soluzione. Che vuole l’autostrada ma senza il casello. Che sogna una città "meno inquinata", ma poi resta imbottigliata nelle sue stesse contraddizioni.


Bellaria, battiti un colpo

E in tutto questo, l’amministrazione Bellaria cosa fa? Affida al sindaco il compito di seguire il Ptcp – un piano provinciale importante – e nessuno batte ciglio. Nessuna visione pubblica, nessun dibattito aperto. Si spera che un giorno, magari per sbaglio, inseriscano anche la tangenziale tra le priorità. Il che la dice lunga sul livello di ambizione: se accade, bene. Se non accade, pazienza.


Ma noi non ci accontentiamo. Perché crediamo che Somma Lombardo debba essere al centro di un sistema che funzioni. Non un satellite lamentoso, ma un protagonista intelligente. E per esserlo serve dire le cose come stanno: Malpensa è qui per restare. Sta a noi decidere se starle contro o camminare insieme.

 

Conclusione (una visione che parte da fuori… ma guarda avanti)

Da fuori, chi guarda Somma Lombardo con occhi liberi dai giochini di palazzo vede una città con un potenziale enorme. Una città che non ha bisogno di sopravvivere a Malpensa, ma di viverla da protagonista. Una città che non ha paura dello sviluppo, che non si chiude nella nostalgia o nelle polemiche cicliche su via Giusti, ma che si apre – finalmente – a una progettualità vera, moderna, concreta.


Perché Somma potrebbe essere un modello. Un polo strategico tra aeroporto e territori, un luogo attrattivo per imprese, famiglie, turisti. Una città collegata, in ogni senso. Altro che tangenziale rattoppata in ritardo e rivendicata da chi ha cambiato casacca solo per restare a galla.


Noi sogniamo – ma con i piedi ben piantati nella realtà – una Somma che collabora, non che si piange addosso. Che costruisce, non che recrimina. Una città capace di alzare lo sguardo oltre la rotatoria di turno, e di decidere finalmente chi vuole essere da grande.

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