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Ippodromo di Varese: il Tar dice “basta proroghe”, ora si vedrà chi ha davvero il coraggio di governare il galoppo cittadino

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 24 set
  • Tempo di lettura: 2 min

A Varese la questione dell’Ippodromo si avvia verso un capitolo decisivo, perché il Tar della Lombardia ha appena messo un bel cartello “stop” alla richiesta di proroga della gestione avanzata dalla Svicc, quella società che finora ha tirato le redini dell’impianto.


Ippodromo di Varese: il Tar dice “basta proroghe”, ora si vedrà chi ha davvero il coraggio di governare il galoppo cittadino

La Svicc, capitanata da Guido Borghi, aveva puntato a ottenere una sospensiva sul nuovo bando pubblicato dal Comune di Varese, sperando di allungare la propria permanenza alla guida di un gioiello cittadino che, tra corse e tradizione, ha visto passare più di un galoppo storico. Ma la risposta del Tribunale è stata chiara: niente proroga, il ricorso viene respinto.


Il Tar ha motivato la bocciatura parlando di assenza del “fumus boni iuris”, quel vago profumo di diritto che invece per la Svicc non è bastato a spuntarla. Tradotto: non ci sono i presupposti legali per bloccare il nuovo corso.


L’orologio corre verso ottobre

Ora, il futuro dell’Ippodromo è nelle mani di quel bando che Palazzo Estense ha pubblicato, e che scade il 16 ottobre prossimo. È quella la data da cerchiare in rosso per capire chi sarà il prossimo protagonista della gestione di un luogo che è più di un semplice impianto sportivo: è un pezzo di storia, un simbolo di continuità e di radici locali.


Una questione di scelte e responsabilità

Dietro le carte bollate e i ricorsi, c’è un nodo che parla di responsabilità e di visione. L’Ippodromo non può rimanere appeso a contenziosi o interessi di parte: serve chiarezza, trasparenza e soprattutto qualcuno che sappia dare nuovo slancio a una struttura che è patrimonio di Varese e della sua tradizione.


Il bando non è solo una gara tra imprese, ma un banco di prova per capire chi saprà davvero prendersi cura di un pezzo di identità cittadina, valorizzandolo senza dover chiedere scuse a nessuno.


La pazienza ha un limite

Si potrebbe quasi dire che dopo anni di gestione Svicc, con tutti i suoi pregi e difetti, sia arrivato il momento di voltare pagina. Il Tar ha dato il suo “no” come un segnale forte, e ora spetta alla politica locale e ai futuri gestori dimostrare che l’Ippodromo non è solo un luogo dove i cavalli corrono, ma dove può correre anche un progetto solido, vero, e finalmente fuori dalle sabbie mobili della burocrazia e delle ambizioni personali.


Il 16 ottobre non sarà solo una data sul calendario: sarà il giorno in cui Varese potrà dire se è pronta a tenere alto un simbolo, o se continuerà a inseguire una gestione che forse ha fatto il suo tempo.

 

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