Gerenzano, il cimitero dimenticato e il silenzio delle istituzioni (che dovevano vigilare, ma forse stavano in ferie)
- ventisette.info

- 23 set
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C’è una cosa che dovrebbe mettere tutti d’accordo: il rispetto per i morti. Sì, anche in tempi di selfie, bonus monopattino e amministrazioni locali che sembrano più interessate a inaugurare panchine colorate che a proteggere i luoghi sacri della comunità.

E invece eccoci qui, a Gerenzano, un anno (e spicci) dopo la devastante grandinata del luglio 2023, a parlare ancora del cimitero comunale come fosse un cantiere aperto… anzi no, peggio: un cantiere mai aperto.
A rompere il silenzio, con quella fermezza civile che sa ancora di dignità lombarda e di cose fatte bene, ci ha pensato l’associazione La Voce di Gerenzano, guidata dalla presidente Luigia Giovanna Basilico. Gente concreta, che non si limita ai post indignati su Facebook: ha preso carta e penna (si fa per dire, magari era PEC) e ha scritto alla sindaca Stefania Castagnoli e all’Ufficio tecnico comunale. Per chiedere conto – udite udite – del nulla cosmico fatto dopo che la grandine ha sventrato i tetti delle strutture cimiteriali.
Nemmeno un telone, signori. Nemmeno un pezzo di plastica messo lì, a mo’ di cerotto simbolico. Intanto piove, nevica, il tempo passa e le strutture si deteriorano. Non parliamo solo di edilizia pubblica: parliamo di luoghi di sepoltura, della memoria collettiva, della civiltà stessa.
Perché diciamocelo: se non si riesce a rispettare nemmeno i morti, che speranza c'è per i vivi?
Ma qui la cosa si fa interessante: La Voce ha chiesto gli atti. Tutti. Delibere, determine, verbali, relazioni tecniche, persino le briciole lasciate sul tavolo della giunta. Una mossa sacrosanta, da cittadini che si ricordano cosa significa controllare il potere, non subirlo.
E adesso? Adesso tocca al Comune. Che dovrà rispondere, nero su bianco, senza girare intorno con le solite scuse climatologiche, i bandi regionali che non arrivano mai o i fondi che “stiamo aspettando”. Anche perché – piccolo promemoria – la pubblica incolumità è responsabilità diretta dell’amministrazione. E se un cornicione crolla in testa a qualcuno mentre visita un defunto, sarà difficile cavarsela con un post di cordoglio e una panchina arcobaleno.
In conclusione: Gerenzano merita di meglio. E forse, senza tanti proclami e con un po’ più di serietà operativa, sarebbe ora di tornare a occuparsi delle cose fondamentali. Tipo i tetti del cimitero. Tipo il rispetto. Tipo la buona amministrazione.
Firmato, quelli che non dimenticano i morti. E tengono d'occhio i vivi.




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