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Fagnano Olona: il sindaco perde la calma (e forse anche la bussola)

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 15 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Nel grande libro delle amministrazioni locali, il capitolo dedicato a Fagnano Olona rischia di trasformarsi in una tragicommedia. Il protagonista? Marco Baroffio, sindaco con bassi livelli di autocontrollo e una visione della democrazia quantomeno... elastica.


L'ultima uscita del primo cittadino è una perla che andrebbe incorniciata: alle legittime critiche delle minoranze (sì, quelle che hanno il brutto vizio di voler capire cosa succede nel Comune), Baroffio risponde dando loro degli “ignoranti”. Elegantissimo. Un tocco istituzionale che nemmeno nei bar sport della domenica mattina.


Fagnano Olona: il sindaco perde la calma (e forse anche la bussola)

Quando la realtà dà fastidio

La richiesta delle opposizioni era chiara: volevano risposte. Su GEASC, sui campetti, sulle famigerate rotonde. Ma invece di chiarimenti, sono arrivate invettive. Perché, si sa, quando si hanno le spalle al muro, si alza la voce. L’amministrazione Baroffio reagisce come certi automobilisti quando sbagliano strada: suonano il clacson, danno la colpa di Maps e insultano i passeggeri.


Eppure, la realtà non si cancella con una scrollata di spalle o un comunicato piccato. Se le minoranze parlano di confusione amministrativa, forse vale la pena ascoltare. Ma qui si preferisce l’approccio “chi non è con me, è un ignorante”.


Il problema non sono le minoranze. È l’arroganza.

Non è la prima volta che si assiste a un'amministrazione in difficoltà che, invece di rispondere nel merito, alza la voce. È la vecchia regola del potere traballante: chi non sa più governare, prova a dominare. E quando un sindaco comincia a usare toni da litigio condominiale per difendere le proprie scelte, forse è il caso di chiedersi se il ruolo che ricopre non sia diventato più grande di lui.


La politica è fatta anche di confronto, di dialettica, di minoranze che fanno domande scomode. In democrazia non ci sono maestri e alunni da bacchettare, ma rappresentanti dei cittadini — tutti, non solo quelli che hanno messo la croce sulla lista giusta.


La pazienza ha un limite. Anche a Fagnano.

Dare degli “ignoranti” a chi dissente non è solo un errore di stile. È un segnale preoccupante. Significa non accettare la critica, non accettare il dissenso, non accettare la trasparenza. E forse, sotto sotto, significa non essere all’altezza.


In fondo, Fagnano merita un’amministrazione che sappia rispondere senza insultare. Che riesca a spiegare i progetti senza dover ricorrere all’ironia da bar. Che consideri le minoranze una risorsa, non un fastidio.


Ma forse, chiedere tutto questo è davvero troppo. O forse, semplicemente, chi oggi governa Fagnano si sta rendendo conto che amministrare è qualcosa di più complesso di uno slogan o di un post indignato su Facebook.


E quando la realtà diventa più grande di te, la tentazione di gridare “ignoranti!” è forte. Ma resta solo quello: una reazione isterica che non nasconde più nulla.


Anzi, rivela tutto.

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