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Fagnano, dove i campetti crescono… nel degrado

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 29 set
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando lo sport diventa un campo minato (e la burocrazia gioca in porta)

A Fagnano Olona lo sport giovanile è vivo. Ma solo nella fantasia di chi scrive i programmi elettorali. Nella realtà, i “campetti” – quelli di Via De Amicis, tanto per non fare nomi – sono ormai diventati un’arena per rovi, incuria e promesse mancate. Altro che calcio a sette: qui si gioca a scaricabarile, con la maggioranza in cabina di regia e la trasparenza che, evidentemente, si è rotta un crociato.


Fagnano, dove i campetti crescono… nel degrado

A sollevare il polverone è Federico Fasolino, consigliere comunale di Fagnano Tricolore e segretario cittadino di Fratelli d’Italia, che ha avuto l’ardire – ormai raro – di farsi qualche domanda di troppo. Tipo: perché dopo anni di chiacchiere, progetti e parole in libertà, quei campi sono ancora lì, divorati dal tempo e dalla burocrazia, mentre i giovani del paese si allenano al miracolo?


La porta sbattuta in faccia (e il silenzio come risposta)

Il punto è semplice: chi prova a proporre qualcosa, chi avanza idee, chi si mette in gioco... finisce fuori gioco. Dopo mesi (quando va bene) a rincorrere un’amministrazione sorda, ci si ritrova con le carte in mano e la porta chiusa. Perché? Perché la politica non ha fatto il suo lavoro. E quando la politica si gira dall’altra parte, i tecnici – poveri cristi incastrati tra norme e promesse – non possono che dire “no”.

E qui non si parla di un inciampo, ma di un copione ormai rodato: commissioni che non si riuniscono, progetti lasciati nel cassetto, nessuna manifestazione d’interesse pubblica per strutture pubbliche. La trasparenza? Un dettaglio. La partecipazione? Una parola da usare in campagna elettorale, tra “inclusione” e “green”.


Dai campetti ai campicelli di potere

A rendere il tutto ancora più elegante, ci sono le commissioni. Alcune utili, altre utilissime... ma solo per piazzare chi alle elezioni ha preso meno voti del meteo. Lo dice senza giri di parole lo stesso Fasolino, che denuncia un uso “clientelare” delle commissioni: create non per lavorare, ma per accomodare. E quelle che dovrebbero lavorare (come Urbanistica e Lavori Pubblici) restano ferme al palo. Strano, vero?

Intanto, i tecnici – quelli veri – restano ai margini. E il paese va avanti per inerzia, tra una promessa e l’altra. Il risultato? Lo vedono tutti: strutture abbandonate, cittadini presi in giro e la solita sensazione che a Fagnano la politica abbia deciso di limitarsi al minimo sindacale. Quando va bene.


Ma a qualcuno, evidentemente, sta bene così

Il punto è che nessuno chiede miracoli. Ma almeno un’idea chiara, una procedura corretta, una visione politica che non si limiti a dire "ci stiamo lavorando" ogni sei mesi. Non è governare, questo: è galleggiare. E magari illudersi che nessuno se ne accorga. Ma qualcuno, invece, se ne accorge eccome.

Perché a Fagnano, in fondo, basterebbe poco: meno fumo, più gioco di squadra. E soprattutto, qualcuno che inizi a governare davvero. Perché se i campetti restano abbandonati, forse è perché anche la politica ha smesso di allenarsi da un pezzo.

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