Croce Rossa lascia Gorla Minore: ma il sindaco, che fa?
- ventisette.info

- 22 ott
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Gorla Minore perde la Croce Rossa. Non per una decisione improvvisa, ma dopo decenni di presenza stabile, un po’ come quel bar del paese che chiude e lascia tutti con la voglia di chiedersi: “Ma perché proprio adesso?”. E la risposta, ovviamente, non arriva. O meglio, arriva solo sotto forma di silenzio e sguardi sfuggenti.

La Croce Rossa ha scelto di trasferirsi a Fagnano Olona, lasciando Gorla Minore a fare i conti con un’emergenza sanitaria che, come si dice, è roba seria. I medici di base latitano e l’addio del presidio di prossimità non fa che aggravare la situazione. Nel frattempo, qualcuno – per la precisione la consigliera di Prospettiva Indipendente Stefania Rossetti – si domanda perché tutto questo casino sia successo e chiede chiarimenti in consiglio comunale. Giustamente.
Non sarebbe il caso che il sindaco Ermoni e la sua giunta spiegassero, con parole semplici e senza giri di parole, quali ostacoli (burocratici, logistici o magari un po’ di tutto) hanno impedito di trattenere un servizio così importante? O forse è più comodo lasciare la questione in sospeso, aspettando che la polvere si depositi e che i cittadini si dimentichino?
Il rischio è che Gorla Minore rimanga con il cerino in mano, a inseguire servizi essenziali che scappano a gambe levate. E questo non è un problema da poco, perché quando si tratta di salute, non si può permettere nessun “me ne frego”.
Insomma, signor sindaco, la domanda è semplice: perché la Croce Rossa se ne va? E, soprattutto, cosa intende fare per evitare che il vuoto lasciato venga colmato dal nulla?
Perché se la politica non serve a garantire ciò che è essenziale, allora a cosa serve davvero?


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