top of page

Cimiteri chiusi, cervelli aperti: Sesto Calende tra portoni serrati e porte girevoli

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 8 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Sesto Calende, autunno 2025. Le foglie cadono, il sole tramonta presto, e i cimiteri... restano aperti quando dovrebbero essere chiusi, e chiusi quando dovrebbero essere aperti. Una metafora perfetta – e un tantino macabra – di un’amministrazione che sembra aver perso la chiave. Della logica. E forse anche la bussola.


Cimiteri chiusi, cervelli aperti: Sesto Calende tra portoni serrati e porte girevoli

Pare che l’amministrazione Betta Giordani abbia una gestione “creativa” del concetto di cura del bene pubblico. Non che ci aspettassimo meraviglie da chi, già all’inizio del mandato, aveva trasformato i cimiteri in una giungla urbana, con erbacce così alte da farci temere l’arrivo di Tarzan al camposanto. Solo che lì non ci sono liane, ma lapidi.


Dopo l’imbarazzante figuraccia – rimediata, si fa per dire, solo con un esborso straordinario – ora ci risiamo. Questa volta tocca ai cancelli. Spalancati, rotti, chiusi a caso. Uno scenario degno di una tragicommedia.


Oriano Oneda: il cancello automatico dell’anarchia

Qui il cancello è rotto da mesi. Mesi, non giorni. Segnalazioni? A volontà. Risposte? Come sempre, una sinfonia di silenzi e promesse da happy hour. Il risultato è che il cimitero resta aperto h24, come se fosse un Carrefour Express. Con buona pace della sicurezza, della decenza e del rispetto per i defunti.


Capoluogo: portone chiuso, cittadini in pellegrinaggio

Altrove, l’esatto contrario: il portone principale è sbarrato. I visitatori, spesso anziani, si ritrovano a fare giri assurdi, come in un labirinto burocratico. Un bel modo per onorare chi non c’è più: trasformare una visita al cimitero in una caccia al tesoro, senza premio finale.


Cimiteri chiusi, cervelli aperti: Sesto Calende tra portoni serrati e porte girevoli

La risposta dell’amministrazione? L’immancabile mantra: “Non ci sono soldi”

Certo. Però per altri “imprevisti” – tipo i rimborsi da romanzo fantasy all’assessore Balzarini – le casse sembrano improvvisamente colme. Forse i fondi pubblici, come i cancelli, si aprono e si chiudono a seconda dell’ospite.


D’altra parte, la priorità non è certo tenere in ordine i luoghi sacri della memoria. No, molto meglio tenere in ordine i calendari degli aperitivi e le presenze ai buffet. A quanto pare, la vera “vigilanza” si fa con un calice in mano.


Valori sepolti, senso civico assente ingiustificato

E allora sì, forse è davvero il caso di dirlo: la logica, a Sesto Calende, è stata sepolta. Ma non nel marmo. Nella disattenzione. In un’indifferenza pericolosa che dice molto più di mille slogan elettorali.


Non si parla di lussi. Non si chiede una piramide egizia. Basterebbe un po’ di manutenzione ordinaria, rispetto, e soprattutto senso del dovere. Ma quello, purtroppo, non si compra con una delibera.


E così ci ritroviamo con una città dove la memoria è in ostaggio della sciatteria, e dove il rispetto per i morti si misura a colpi di scuse stantie e serrature arrugginite.


A quando l’inaugurazione del prossimo cancello funzionante? Magari con un bel taglio del nastro, prosecco alla mano.

Commenti


bottom of page