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A Gerenzano la democrazia fa colazione da sola

  • Immagine del redattore: ventisette.info
    ventisette.info
  • 3 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Chi ha detto che la democrazia funziona meglio alla luce del sole? A Gerenzano, sembra invece che preferisca l’ombra discreta di un sabato mattina. Meglio se presto, e meglio ancora se l’opposizione è al lavoro.


A Gerenzano la democrazia fa colazione da sola

Il Consiglio comunale di sabato 27 settembre, convocato per le 9:30, non è stato solo una seduta istituzionale: è stato un caso da manuale. Manuale di tattica politica spicciola, s’intende.

In discussione non c’erano petizioni sui parcheggi o mozioni di simpatia per le sagre di paese. All’ordine del giorno: bilancio consolidato, variazioni di bilancio, statuto del nuovo Distretto del Commercio, gestione integrata dei rifiuti. Tradotto: decisioni che contano.


Eppure, l’opposizione — in particolare i consiglieri della Lega Salvini Premier — non c’erano. Motivo? Lavorano.

Una provocazione? Forse. Ma nel senso letterale del termine.


Il sabato è dei furbi

C’è una certa furbizia elegante — per non dire maliziosa — nel fissare Consigli comunali il sabato mattina. È il giorno perfetto per ridurre al minimo il dissenso: chi amministra, solitamente, fa politica di mestiere. Chi fa opposizione spesso lavora davvero. Non è una novità: già in passato il Prefetto aveva dovuto fare da arbitro, ricordando che il Consiglio comunale non è un brunch privato ma un organo di confronto democratico. Eppure, ci risiamo.


La narrazione, prevedibile, non si fa attendere:


“Chi non è presente non onora il mandato ricevuto dai cittadini.”


Curioso, però, come questa preoccupazione per la “presenza” sia a orologeria. Perché se la forma è importante, ancora più importante dovrebbe essere il contenuto: e oggi, a Gerenzano, si governa con numeri esili e con un confronto ridotto a monologo.


L’opposizione c’è. Solo che lavora

Che sia chiaro: nessuno chiede il Consiglio comunale in prima serata con i popcorn. Ma nemmeno può passare l’idea che governare significhi scegliersi l’orario più scomodo per chi dissente. Nel frattempo, mentre qualcuno si compiace di avere il microfono tutto per sé, la Lega e il centrodestra fanno ciò che fanno anche fuori dall’aula: presidiano il territorio, ascoltano i cittadini, lavorano.


Sì, lavorano. Una parola quasi provocatoria per chi scambia la politica con il volontariato civico del weekend.


La realtà è che il centrodestra rappresenta ancora oggi l’unica vera opposizione a Gerenzano. E il fastidio che provoca la sua voce è direttamente proporzionale alla sua efficacia.Nessuna assenza strategica, nessun vuoto politico: semplicemente, non si partecipa alle partite truccate.


Moralismo da 11%

Fa sorridere — amaramente — leggere lezioni di etica istituzionale da chi rappresenta l’11% degli elettori e si comporta come se avesse in tasca il 51%.La verità è che la maggioranza governa come se avesse paura del confronto. E dove non arriva con i numeri, prova ad arrivare con i regolamenti, le date, gli orari. Ma la politica, quella vera, non si misura con il badge elettronico. Si misura con le idee, con il coraggio, con la capacità di stare in mezzo alla gente anche senza il palco garantito.


Conclusione?

A Gerenzano, sabato mattina, la democrazia si è seduta da sola in aula, si è servita un caffè e ha approvato da sola le sue decisioni. Nel frattempo, fuori, c’era chi mandava avanti un’azienda, seguiva un cliente, stava in cantiere. Forse non sarà abbastanza per riempire una nota stampa. Ma è abbastanza per chiamarsi responsabilità.


E, con buona pace di chi scrive comunicati indignati, la responsabilità — quella vera — non ha bisogno di fare l’appello.

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